Agnano, salvato dalla spazzatura un reperto d'epoca romana

Agnano, il reperto d'epoca romana recuperato e messo in sicurezza
Da oltre cinquant’anni, giaceva dimenticato tra cassonetti e rifiuti nei pressi di un centro residenziale in via vecchia Agnano; un silex d’epoca romana, il...

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Da oltre cinquant’anni, giaceva dimenticato tra cassonetti e rifiuti nei pressi di un centro residenziale in via vecchia Agnano; un silex d’epoca romana, il caratteristico basolo in pietra, con i quali venivano pavimentate le più importanti vie di comunicazione dell’Impero. L’antico reperto , riconosciuto e individuato da alcuni attivisti dell’associazione culturale Lux In Fabula, è stato poi segnalato alle autorità e alla Soprintendenza, che hanno autorizzato la collocazione in un luogo sicuro.

 
«Finalmente siamo riusciti a mettere in sicurezza un importante reperto del nostro passato» commenta entusiasta Aldo Cherillo, che assieme a Claudio Correale, presidente dell’associazione Lux in Fabula, si è impegnato affinché l’antico silex  fosse recuperato e valorizzato. «Grazie all’interessamento del responsabile per l’area della Soprintendenza, il dott. Enrico Angelo Stanco e alla disponibilità dell’impresa edile del sig. Gennaro Carandente, che ha fornito il supporto logistico, l’antico basolo è stato posizionato in un’area di valore archeologico, dove insistono anche i resti dello speco dell’acquedotto Augusteo».


Ricadente nell’area del complesso scolastico Città Metropolitana di Napoli  dove ci sono i tre istituiti superiori “Labriola”, “Boccioni” e “Rossini”, il reperto sarà visibile a migliaia di studenti. «Il basolo, dal peso di 103 chili, è soltanto una “prima pietra” di quello che auspichiamo si realizzi - continua Cherillo - Stiamo lavorando a un progetto da presentare alle dirigenti scolastiche e alla Città Metropolitana finalizzato alla valorizzazione dell'area, prevedendo la sistemazione di alcuni basoli ritrovati in zona nei pressi dello speco augusteo ma non solo. Sarà realizzata anche un’area verde con piante ed arbusti tipici della flora d’epoca romana, panchine per il ristoro, pannelli informativi, impianto di illuminazione e una fontanina messa a disposizione da Acqua Bene Comune di Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino