Il chirurgo: «È una tecnica a basso rischio per chi è in sovrappeso altri i fattori scatenanti»

Il chirurgo: «È una tecnica a basso rischio per chi è in sovrappeso altri i fattori scatenanti»
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«L'obesità è una malattia sociale gravissima che colpisce tutte le età. E la medicina ha poche armi per combatterla. L'unica attività che mostra risultati soddisfacenti è la chirurgia». Luigi Angisani, primario di Chirurgia generale laparoscopica e di urgenza all'ospedale San Giovanni Bosco, già presidente della Società italiana di chirurgia dell'obesità e presidente della Federazione mondiale di chirurgia dell'obesità nel 2013-2014, autore di oltre tremila interventi contro l'obesità, difende a spada tratta l'efficacia delle tecniche chirurgiche per dimagrire. E parla di rischio quasi nullo, riferendosi alla procedura laparoscopica di inserimento del palloncino gastrico. Ovvero l'intervento a cui è stata sottoposta la 53enne deceduta l'altro giorno.


Dottore Angrisani, ci spiega che cos'è il palloncino intragastrico?
«È un sistema protesico che si impianta all'interno dello stomaco sotto guida gastroscopica. È una procedura antiobesità che viene solitamente eseguita in sedazione conscia, vale a dire con una leggera anestesia. Non è insomma un intervento chirurgico. Lo definiamo parachirurgico. In parole povere si inserisce un palloncino sgonfio nello stomaco con il gastroscopio. E, quando si è certi che il palloncino è nello stomaco, lo si gonfia con aria o liquido».
Quale è l'effetto?
«Dà un senso di sazietà».
Cosa può essere successo alla donna che poi è deceduta?
«Ritengo che sia sopraggiunta una complicanza non legata al palloncino. Ma non voglio avanzare ipotesi. La risposta la darà soltanto l'autopsia».
Quale è il rischio più frequente in questo tipo di intervento?
«La rottura del palloncino, con la migrazione di parte di esso lungo il canale intestinale. Questo incidente può creare anche occlusione intestinale».
Sa di casi di decesso per le conseguenze dell'introduzione di un palloncino gastrico?
«Sì. Sono stato anche chiamato come perito per casi analoghi. Ma è stato sempre evidenziato che le cause di morte erano completamente indipendenti dal palloncino. Mi sentirei insomma di dire che questa procedura è assolutamente sicura e benigna. Con rarissimi rischi mortali per il paziente».
E sulla chirurgia vera e propria dell'obesità ci sono rischi?
«La chirurgia dell'obesità è una chirurgia specialistica che va fatta in centri accreditati. Da cinque anni a questa parte esistono dei precisi processi di accreditamento secondo criteri stabiliti dalla Società italiana per la chirurgia dell'obesità».
Vale a dire?

«Sono previsti tre livelli di accreditamento: i centri affiliati, i centri accreditati e i centri di eccellenza. Quello del San Giovanni Bosco, per esempio, da tre anni è un centro di eccellenza. La Società scientifica concede le autorizzazioni attraverso una serie di verifiche che sono per la garanzia della sicurezza del paziente. La mia raccomandazione per chi intende sottoporsi ad interventi contro l'obesità? Scegliere con attenzione il centro e il chirurgo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino