Albergo dei poveri di Napoli, hub della cultura a Palazzo Fuga: «Libri, arte e restauri»

Allo studio il trasferimento di parte dei libri della Biblioteca nazionale

Gli interni tutti da ristrutturare di Palazzo Fuga
Massimo Osanna - il direttore dei musei statali - propone l'inserimento di un grande laboratorio per il restauro per le arti antiche e non solo, una vera scuola. Matteo...

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Massimo Osanna - il direttore dei musei statali - propone l'inserimento di un grande laboratorio per il restauro per le arti antiche e non solo, una vera scuola. Matteo Lorito, il rettore della Federico II, quello di un hub dedicato alla cultura enogastronomica di Napoli. Alla facoltà di Agraria - che ieri ha festeggiato i suoi primi 150 anni - c'è già un corso di laurea che sta riscuotendo un grande successo in quel segmento del sapere che a Palazzo Fuga - e di questo sito che stiamo parlando - potrebbe trovare un'applicazione pratica. Al Mic ieri, alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano e del sindaco Gaetano Manfredi, è stato delineato il protocollo di intesa, il patto, per rilanciare l'Albergo dei Poveri. Palazzo Fuga è destinato a diventare una grande fabbrica della cultura e della socialità nel senso più ampio del termine. Ci sono le idee e anche i fondi pubblici che però non bastano mai. Infatti, a quel tavolo al Mic ieri si è seduto anche il presidente degli industriali napoletani Costanzo Jannotti Pecci impegnato - tra le altre cose - nel ramo alberghiero. Si ipotizza una Fondazione con dentro anche i privati, di qui la presenza di Jannotti Pecci in rappresentanza degli imprenditori napoletani. Questo lo scenario venuto fuori in questo primo incontro con il ministro per stilare un protocollo d'intesa su Palazzo Fuga, ma serve tempo per la stesura almeno un altro paio di mesi. 

Una nota del sindaco chiarisce: «Sono molto soddisfatto - dice Gaetano Manfredi - di questa riunione tecnica al Mic, del lavoro sinergico messo in campo col ministro Sangiuliano e con tutti gli altri attori coinvolti come Mann, Università Federico II, Biblioteca nazionale e soggetti privati: è questo il metodo giusto per dare un futuro all'Albergo dei Poveri su cui il Comune in questi mesi ha già avviato un percorso di utilizzo e compartecipazione con il territorio». L'ex rettore entra nel dettaglio, per lui resta ineludibile la strategia: «C'è la necessità di partire gradualmente. Da qui l'idea di cominciare ad occupare alcuni spazi in attesa di rendere fruibili gli altri. Gli spazi grandi saranno adibiti a biblioteca pubblica come straordinario attrattore per le giovani generazioni. Vi saranno poi spazi espositivi per il Mann ed anche per gli altri musei cittadini». Come dire che in attesa che il grande progetto si realizzi bisogna aprire Palazzo Fuga con quello che si può fare subito per evitare che il sito resti chiuso altri 30-40 anni. Sembra esserci sinergia con il ministro su questo punto. Dal Comune ricordano che in occasione delle feste natalizie ci sono stati degli eventi e questo modello dei piccoli passi è stato portato a Napoli dal pool di esperti internazionali che già sta lavorando su Palazzo Fuga. «Alla luce delle progettazioni con gli altri enti coinvolti - conclude la nota - si sottoscriverà un accordo che dia una destinazione molteplice all'Albergo dei Poveri al fine di riqualificare e rilanciare l'intera zona da valorizzare anche sul fronte turistico».

Resta in piedi e apertissimo il tema della Biblioteca nazionale, al tavolo era presente anche la direttrice Maria Iannotti. Per lei Palazzo Fuga è l'occasione per dare vita a una biblioteca moderna capace di raccogliere e mettere in rete la storia e la cultura di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Una scommessa che parte dal presupposto di non smantellare la Biblioteca nel sito di Palazzo Reale e dunque lasciando li i volumi storici. Certo è che rispetto al sopralluogo del ministro Sangiuliano a Palazzo Fuga nel giorno dell'Epifania sono venute fuori nuove prospettive e strategie di respiro più lungo che termine che investono l'edificio di oltre 100mila quadrati. Una città nella città. A disposizione - per iniziare i lavori di consolidamento della struttura - ci sono poco più di 100 milioni con il ministro che si sta adoperando per averne altri di finanziamenti. Palazzo Fuga è una materia in carico allo Stato storicamente, non a caso a fare le gare è Invitalia, l'Agenzia statale dello sviluppo. In teoria servirebbero 400-500 milioni per completare il progetto. 

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Il Mattino