Giustizia, l'analisi di Barbano: «Nomine e intercettazioni, ora il sistema va cambiato»

La presentazione dell'ultimo libro a Napoli

La presentazione del libro di Alessandro Barbano
Non è solo quel singolo episodio in sé, quanto capire se il fenomeno sia riuscito ad arrestarsi. Parliamo del famigerato incontro romano all'hotel Champagne di...

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Non è solo quel singolo episodio in sé, quanto capire se il fenomeno sia riuscito ad arrestarsi. Parliamo del famigerato incontro romano all'hotel Champagne di Luca Palamara con Cosimo Ferri, Luca Lotti e cinque componenti del Csm: al centro della discussione la nomina del nuovo procuratore di Roma. Ma più complessivamente si discuteva del risiko dei vertici delle Procure italiane. Ruota attorno a quest'episodio, e alla domanda iniziale di cui sopra, il libro di Alessandro Barbano, ex direttore del Mattino e oggi condirettore del Corriere dello Sport («La gogna. Hotel Champagne, la notte della giustizia italiana», edito per i tipi della Marsilio) presentato ieri al Circolo dell'Unione a Napoli. A discuterne, oltre all'autore e all'introduzione del sindaco Gaetano Manfredi, Francesco de Core, direttore del Mattino, Marco Demarco, editorialista del Corsera, la giornalista e scrittrice Titti Marrone, il filosofo Massimo Adinolfi e l'avvocato cassazionista Vincenzo Maiello. Un libro che mette a nudo le derive del sistema giustizia e che vuole scarnificare e censurare certi arbitrii della magistratura. Che sono davvero terminati?, è la domanda che si snoda in tutto il saggio di Barbano.

«Barbano è un cantore civile dell'etica della Costituzione italiana. Questa vicenda non può ridursi al singolo episodio di una cena con i cinque protagonisti: dietro c'è il racconto di ciò che è avvenuto per le scelte decisionali per i vertici delle più importanti procure italiane. È il racconto delle miserie, delle involuzioni che caratterizzano la fase di scelta dei procuratori della Repubblica. È la decadenza dei valori costituzionali», spiega l'avvocato Maiello. 

«Un saggio pungente che dovrebbe indignare tutti per quello che racconta attraverso fonti inedite. Sono passati 4 anni e non mi sembra che ci siano state modifiche sensibili in certi atteggiamenti della magistratura. A cominciare dal correntismo esasperato e le guerre tra due gruppi. Come accadde per la procura di Roma con lo scontro tra una cordata di destra e una di sinistra di magistrati per decidere il nuovo vertice degli uffici giudiziari», fa notare amaramente il filosofo Massimo Adinolfi.

De Core sottolinea, invece, come il lavoro di Barbano nasca «per gemmazione di un altro libro. Ma questa vicenda era troppo ghiotta dal punto di vista giornalistico: naturale che Alessandro Barbano si sia dedicato a questa storia, raccontandone tutti i dettagli».

Poi si entra nei dettagli della vicenda che sconvolse, 4 anni fa, la magistratura italiana facendola tremare sin dalle sue fondamenta. «Grave sconcerto e riprovazione per quanto accaduto», tuonò non a caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella invocando una riforma del Csm, quando quel "complotto" finì sotto i riflettori.

«In questa storia c'è un dato non trascurabile: il trojan ha riportato questa conversazione. Il giorno dopo, però, la cena che vede insieme, tra gli altri, Palamara e Pignatone, non viene registrata: operò allora qualche manina?», si domanda invece de Core che sottolinea «le liturgie e i tempi del Csm per le nomine degli uffici giudiziari più importanti. E oggi, con questo libro, si torna a parlare di vicende che hanno fatto scalpore anche per il rapporto conflittuale tra politica e magistratura». 

Il caso dell'hotel Champagne ha portato alla individuazione di Palamara - all'epoca dei fatti indagato a Perugia - come un colpevole assoluto, radiato poi dalla magistratura, ma anche alla miniaturizzazione delle altre responsabilità. Di chi, insomma, con l'ex giudice, intavolava accordi su propositi lottizzatori.

«Un lavoro complesso, questo libro, che pone più temi. Non solo il caso Palamara, ma quello delle intercettazioni e quello del rapporto tra i magistrati e la carta stampata. Aprendo l'autore una serie di fronti di discussione che hanno al centro i poteri forti di questo Paese. E senza avere alcuna paura», ragiona, invece, Demarco.

Infine l'autore, Barbano che premette: «Un libro sicuramente scomodo, ne sono consapevole ma questa storia meritava di essere raccontata in tutti i suoi risvolti».

Poi aggiunge: «La Procura di Roma vale tre ministeri, un ruolo di un peso enorme su cui si fanno accordi a tavolino: questo racconta la vicenda dell'hotel Champagne. Credo però di aver dimostrato, in questo libro, che le intercettazioni non sono la verità ma un magma scandalistico che può portare a risvolti enormi. A cominciare dalla morsa che ha stretto i protagonisti dell'incontro, condannandoli alla gogna». 

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Il Mattino