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«Il turismo non può viaggiare al 50%». I sindaci delle isole minori campane sono al fianco degli armatori e chiedono l'immediata abolizione del limite del 50% dei posti utili imposto ad aliscafi e traghetti per il trasporto dei passeggeri. L'Ancim (Associazione nazionale comuni isole minori che rappresenta i 35 comuni delle 87 isole) e Assarmatori, l'associazione che raggruppa la quasi totalità delle imprese di navigazione che operano nei collegamenti a corto raggio, hanno inviato un messaggio ai ministri della Sanità, del Turismo e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, e ai presidenti delle Regioni di cui fanno parte le comunità. «Nonostante tutte le isole minori - spiegano - ormai siano state dichiarate covid-free (in quanto chi vi abita o vi lavora è già stato vaccinato) e nonostante gli standard di sicurezza adottati dagli armatori per le navi che garantiscono il trasporto passeggeri da e per le isole, abbiano abbondantemente dimostrato efficienza e affidabilità, le attuali misure di contenimento continuano infatti a imporre a traghetti, aliscafi e mezzi veloci un coefficiente di riempimento non superiore al 50%; una vera e propria eccezione visto che tale limitazione non è prevista per altre tipologie di trasporto, come quello aereo. Dimezzare la capacità di trasporto dei passeggeri significa procurare danni al mercato turistico locale, che rappresenta la principale fonte di reddito e di ricchezza per le imprese locali, i lavoratori e le stesse comunità insulari, e il danno è ancora più grave perché il turismo è per queste realtà un'attività esclusivamente estiva e la stagione turistica sta già iniziando».
Assarmatori fa anche rilevare, tra l'altro, che far viaggiare le navi con il limite del 50% dei passeggeri ha effetti pesantissimi anche per le compagnie di navigazione che da inizio della pandemia hanno continuato a garantire la continuità territoriale tra isole e terraferma, nonostante il calo dei ricavi e la perdurante mancanza di ristori, ivi compresi quelli che avrebbero dovuto essere già versati per legge. I presidenti di Ancim, Francesco Del Deo (sindaco di Forio) e di Assarmatori, Stefano Messina, hanno ricordato, tra l'altro, che le dotazioni di sicurezza anti-covid presenti a bordo delle navi sono in grado di proteggere quote di passeggeri ben superiori al 50% fissato da una norma ormai palesemente superata e che imbarco e sbarco dei passeggeri sono organizzati in modo da separare i flussi, evitando quindi assembramenti, mentre a bordo gli spazi comuni garantiscono il necessario distanziamento.
«La limitazione al 50% - ribadisce Del Deo - non più nessun senso.
Ferma la posizione anche del sindaco di Procida, Dino Ambrosino. «Abbiamo grandi problemi per i rientri la domenica pomeriggio. Abbiamo già scritto al Prefetto, la situazione del 50% è insostenibile. Io stesso oggi non sono riuscito a trovare posto per andare a Napoli. A Procida già vengono tanti ospiti: l'anno della cultura per noi è iniziato. Non possiamo non garantire trasporti efficienti e sicuri».
Anche Capri e Anacapri chiedono l'immediata abolizione della restrizione: «Il problema - dice Marino Lembo, sindaco di Capri - va risolto subito. La ripartenza turistica è positiva e non possiamo vanificarla. Bisogna affrontare il problema dei trasporti marittimi in quanto un elemento essenziale per l'economia e la ripresa del turismo in tutte le isole del golfo. Franco Cerrotta, vice sindaco di Anacapri, ribadisce che non si devono vanificare gli sforzi fatti per rendere le isole Covid Free. «Abbiamo vaccinato anche i lavoratori e quelli che operano nell'indotto turistico e quindi la limitazione sugli imbarchi può essere sicuramente abolita. Noi già registriamo un incremento del comparto turistico; dobbiamo fare in modo che questo trend si consolidi offrendo servizi adeguati e vigilando per il massimo rispetto di tutte le norme di sicurezza».
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