Nell'attesa delle iniziative istituzionali e sindacali che partiranno domani, si tinge di giallo la vertenza Almaviva, il call center di Napoli che l'azienda vuole...
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Nell'esposto le segreterie territoriali e regionali di Fistel-Cisl, Slc-Cgil e Uilcom-Uil sostengono che Almaviva avrebbe trasferito in questi giorni parte della commessa Vodafone partenopea alla sede di Catania. La conseguente diminuzione del carico di lavoro a Napoli, sempre secondo i sindacati, viola però l'accordo del 31 maggio scorso, quello per il via libera ai contratti di solidarietà e alla contestuale revoca della prima procedura di licenziamento per 400 addetti di Napoli e per altri 2600 dipendenti delle sedi di Roma e di Palermo. Il passaggio delle quote di lavoro alla sede siciliana è stato desunto dal fatto che l'azienda, per smaltire le nuove commesse Vodafone giunte a Catania, ha assunto nel call center siciliano decine di giovani reclutati con contratti interinali temporanei. A ogni modo il nocciolo della contestazione è che il trasferimento o, quanto meno, la sicura diminuzione della commessa partenopea, ha fatto aumentare al tetto massimo, cioè al 35 per cento, il contratto di solidarietà, vale a dire la percentuale di riduzione dell'orario di lavoro, coperta dall'Inps, degli 845 addetti napoletani. Una mossa che avrà come immediata conseguenza una riduzione netta dei salari. Inoltre, a questa decisione si soma un'altra iniziativa di
Almaviva, l'utilizzo di ex festività imposte ai dipendenti partenopei.
L'aumento al 35 per cento della percentuale di solidarietà è stato comunicato ufficialmente ieri ieri da Almaviva ai lavoratori della sede di via Brin. Per questo motivo è esplosa la rabbia dei sindacati. «Verificheremo con i nostri avvocati anche eventuali risvolti penali - anticipa Salvatore Topo (Fistel Cisl) - pure perché a tutto ciò si aggiunge l'utilizzo forzato delle ex festività: dimostreremo che tutto quello che sta accadendo non è da attribuire né ai lavoratori né al sindacato».
«Almaviva non poteva assolutamente fare quello che ha fatto - aggiunge Massimo Tagliatela (Uilcom) - abbiamo acquisito tutte le prove di questa violazione e agito di conseguenza». Va giù con toni duri anche la Cgil. «Almaviva sta letteralmente giocando sulla pelle dei lavoratori - stigmatizza Osvaldo Barba (Slc) - è convinta che non ci siano più regole, tant'è vero che è venuta meno a un accordo sottoscritto al Ministero dello Sviluppo, e che si possa infrangere il contratto di solidarietà imponendo unilateralmente ai lavoratori ogni forma di vessazione».
L'azienda però rispedisce le accuse al mittente. «Abbiamo sempre operato nel rispetto delle leggi, del contratto nazionale e dell'accordo del 31 maggio», afferma Almaviva in un messaggio.
Nel frattempo domani scenderanno in campo le istituzioni. La Regione ha convocato a palazzo Santa Lucia lavoratori e sindacati, alle 13 e 30. La rsu di Almaviva Napoli ha invitato tutti a partecipare. Si potrà quindi sondare il terreno prima dell'avvio, mercoledì, del tavolo di trattativa sulle chiusure annunciateal ministero dello Sviluppo economico. Intanto, si allarga il fronte della protesta dei call center. Venerdi 14 ottobre i 350 lavoratori della ex Gepin Contact di Casavatore e di Roma, tutti licenziati ad agosto, scenderanno in piazza per una manifestazione di protesta a Napoli e nella capitale, nella sede centrale di Poste. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino