«Un tempo chiedavamo a San Gennaro di prottegerci dalla peste e dalle eruzioni, oggi dobbiamo chiedergli di proteggerci dai mali prodotti dalla mano malvagia e corrotta...
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Lo ha detto il vescovo di Acerra ( Napoli), monsignor Antonio Di Donna, alla presenza del cardinale Crescenzio Sepe, nel corso dell'omelia dei vespri in onore del Santo patrono di Napoli, durante i quali i sindaci della diocesi acerrana, hanno donato l'olio che alimenterà la lampada votiva di San Gennaro per tutto l'anno.
«Come regione, come città di Napoli e di Acerra - ha spiegato il presule - dobbiamo rimodulare la richiesta di protezione al nostro San Gennaro. Dobbiamo chiedergli di proteggerci dai mali come la corruzione e la mancanza di lavoro di un'economia che uccide ed esclude i giovani dal lavoro.
Ma noi di Acerra, e di tutta la Campania, dobbiamo chiedere protezione rispetto al dramma ambientale e dell'inquinamento delle nostre terre, impropriamente chiamate 'dei fuochì, perchè questo male affligge tutta la regione, ma anche altre parti d'Italia». Di Donna, inoltre, ha ricordato, come in tante altre occasioni, i nomi delle vittime di tumori, morte giovani nella diocesi da lui guidata, ultima delle quali una bimba di appena cinque mesi morta nei giorni scorsi per un cancro al cervello.
«L'aumento dei bambini morti per tumore - ha proseguito il vescovo - è un fenomeno che ci preoccupa, nonostante da più parti cerchino di convincerci che sia tutto normale e che questi mali siano la conseguenza degli stili di vita: ma che stile di vita poteva avere una bimba di appena cinque mesi». Il presule, infine, ha puntato il dito contro le «istituzioni sorde». «Ad Acerra - ha concluso - denuncio un accanimento contro la città, c'è un chiaro e preciso disegno di trasformarla in polo dell'immondizia» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino