Sette donne arrivate al pronto soccorso ginecologico del Cardarelli una dietro l'altra tra cui un codice rosso, una donna incinta al settimo mese, in immediato pericolo di...
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IL PRIMARIO
«Trovo paradossale che la straordinaria impresa di salvare la vita a una donna giunta in pronto soccorso in codice rosso, già in coma e in arresto cardiocircolatorio - dice Claudio Santangelo, responsabile dell'Unità operativa di Ginecologia e ostetricia del Cardarelli - si tramuti in una messa sotto accusa dei miei colleghi. Tutto si è svolto in pochi minuti mentre io ero intento a fare il giro visite in reparto, un collega era a presidio del pronto soccorso e un'altra dottoressa pronta a iniziare le visite in ambulatorio. È giunta l'allerta dal pronto soccorso e siamo corsi. In pochi minuti siamo andati in sala operatoria, compresa la collega che era di turno in ambulatorio e che ha dovuto aiutarmi nell'intervento».
IL PRONTO SOCCORSO
L'altro medico della équipe di Santangelo era in pronto soccorso ed ha dovuto fronteggiare altri sei arrivi in codice di urgenza. «Abbiamo in pochi minuti salvato la paziente - spiega Santangelo - che però ancora lotta in rianimazione. Abbiamo fatto nascere e salvato il bambino che portava in grembo e poi, quando sono tornato in ambulatorio, le visite erano già state tutte espletate. Capisco il disagio dell'utenza che non può avere una visione d'insieme, ma trovo anche eccessivo il fatto che sia dovuta intervenire la guardia giurata per evitare che il collega fosse aggredito. È stata salvata una vita e le visite in ambulatorio effettuate subito dopo. Tutti abbiamo agito secondo etica e coscienza. Forse non c'è stato il tempo di informare adeguatamente l'utenza, ma non ho trovato nulla da eccepire sul comportamento dei colleghi».
CRISI MOMENTANEA
Una situazione di emergenza improvvisa. Per questo è saltata per qualche ora l'attività in ambulatorio. L'ambulatorio di ginecologia del Cardarelli è stato all'inizio dell'anno potenziato con sette nuovi settori attivati che lo hanno fatto crescere a dismisura nell'ottica del potenziamento dell'ospedale, portato avanti dal manager Ciro Verdoliva. Naturalmente restano i nodi della carenza del personale. Proprio a ridosso del periodo critico delle ferie estive un medico del gruppo si è fratturato il piede, una dottoressa è andata in maternità e un terzo camice bianco è stato costretto a smaltire le ferie prima della pensione. Defezioni registrate anche tra le infermiere: una ha avuto un infarto, un'altra ha scoperto un tumore della mammella bilaterale e una terza ha visto riacutizzarsi la malattia neurologica da cui è affetta. Tutte circostanze che, messe insieme, hanno costretto a far convergere nella stessa stanza tutte le attività ambulatoriali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino