Incendio a Napoli nell'ex area Nato di Gianturco: «È il terzo in tre giorni, cittadini costretti a fuggire»

Incendio a Napoli nell'ex area Nato di Gianturco: «È il terzo in tre giorni, cittadini costretti a fuggire»
Ancora fiamme e diossina nell'ex area Nato di via Emanuele Gianturco. Il terzo rogo in tre giorni ha scatenato le ire dei cittadini della zona, ormai sotto scacco a causa...

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Ancora fiamme e diossina nell'ex area Nato di via Emanuele Gianturco. Il terzo rogo in tre giorni ha scatenato le ire dei cittadini della zona, ormai sotto scacco a causa degli incendi che li costringono a restare tutto il giorno barricati in casa oppure, come ieri, addirittura a chiudere tutto e ad allontanarsi a causa dell'aria irrespirabile. Incendi di natura dolosa appiccati dai rom e dai senza fissa dimora che popolano la zona e che danno alle fiamme rifiuti e materiali di risulta a caccia del prezioso rame da rivendere quasi a peso d'oro sul fiorentissimo mercato nero.


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I continui roghi stanno lentamente trasformando il paesaggio, tramutando l'enorme distesa verde in un vero e proprio paesaggio lunare. A nulla sembrano essere servite le denunce da parte dei cittadini per una situazione che ha da tempo superato i limiti della tollerabilità. L'enorme ex area Nato di via Gianturco è al centro di un contenzioso tra il Comune di Napoli e la società Agorà 6. Secondo i progetti originari Agorà 6 doveva realizzare proprio nell'ex area Nato un prolungamento del Centro Direzionale. Da dieci anni ogni lavoro è fermo e la zona balza agli onori delle cronache solo per la presenza di un maxi accampamento di senza fissa dimora all'interno della struttura che doveva ospitare il palazzetto dello sport o, come in questi giorni, a causa degli incendi che consumano ettari di vegetazione.
 
«Qui si sversa di tutto - denuncia il consigliere della IV Municipalità Carmine Meloro - dalle carcasse delle auto e dei motorini rubati ai materiali di risulta edilizi. I rifiuti vengono poi dati alle fiamme dai rom che vanno sempre in cerca di rame e ferro da rivendere sul mercato nero. Il risultato è sotto gli occhi di tutti - prosegue - con una vasta area ormai sfuggita a qualsiasi controllo. Qualche timido tentativo di restituire alla legalità quest'area è stato fatto, ma ai proclami non hanno fatto seguito i fatti. L'unica cosa che la gente di questo quartiere sa - conclude - è che pochissime ore fa alcune famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni perchè in casa non si poteva respirare Chi è tenuto al controllo e conosce bene questa situazione ci venga a dire se è una cosa normale».

Una fiction di successo poteva bastare a strappare al degrado una zona della città abbandonata dalle istituzioni ormai da troppi anni? Evidentemente no. L'amica geniale è servita forse come passerella a buon mercato per chi ormai da troppi anni nasconde i problemi sotto al tappeto. E puntualmente i problemi riemergono con tutto il loro carico di veleni e di polemiche. 
 

«Quella di oggi è l'ennesima dimostrazione - tuona la consigliera regionale Maria Muscarà - che sul fronte della terra dei fuochi non è stato fatto nulla nonostante la pioggia di fondi arrivati dal ministero alla regione Campania. Azioni estemporanee, soldi distribuiti per enti e partecipate inconcludenti e un giro di viceprefetti alla terra dei fuochi che non va bene. Questi funzionari non hanno nemmeno il tempo di attrezzarsi per risolvere i problemi che vengono spostati altrove. Allo stesso modo l'esercito dura poco, perchè il ricambio è troppo veloce. Quello che sta succedendo a Gianturco - prosegue - dimostra come sia fallimentare affidare ad una situazione così mutevole un problema, quello dei roghi, che va affrontato in maniera strutturale. Sma Campania non deve occuparsi dello spegnimento, ma deve occuparsi della prevenzione e, dove ci sono gli sversamenti, deve agire celermente, ascoltando anche le istanze di chi denuncia ogni giorno. Nei prossimi giorni - ha poi concluso - ci rivolgeremo di nuovo al viceprefetto per illustrare le nostre continue attività di denuncia e, soprattutto, per correggere il tiro visto che, ad oggi, l'azione di Sma Campania non sembra bastare a fare prevenzione contro i roghi tossici». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino