L'Anm si prepara ad aprire il secondo stato di crisi in poco più di un anno, dopo quello dell'8 giugno 2017 con la dichiarazione di 194 esuberi, che ha portato...
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Con una nota inviata ieri mattina, l'Anm ha convocato ad horas tutti i sindacati per la prima volta da ottobre tutti assieme e non con tavoli separati per stamattina, per discutere della «Mobilità prevista dalla legge Madia». «È positiva l'apertura al dialogo mostrata dal Comune commenta Fulvio Fasano (Ugl Fna) - ma siamo preoccupatissimi per le voci su una nuova apertura dello stato di crisi e di nuovi esuberi del personale. La legge Madia prevede la messa in mobilità dei lavoratori in eccesso che confluirebbero in un bacino al quale potrebbero attingere le altre partecipate regionali dei trasporti. Ma la legge prevedeva una serie di tappe che sono in scadenza. Non vorrei si corresse il rischio che gli esuberi possano trasformarsi in licenziamenti». Tra le altre incognite, il fatto che la Legge Madia preveda che gli esuberi possano essere individuati tra il personale più giovane dal punto di vista del servizio.
Il primo stato di crisi in Anm è stato aperto l'8 giugno 2017 dall'ex amministratore Alberto Ramaglia ed ha richiesto quasi un anno per essere completato. Un iter tormentato, che è passato anche per un ricorso al Tar, vinto da Anm, contro la Regione Campania, sulla ripartizione del fondo per gli esodi, costituito solo a fine 2017. L'anno scorso, gli esuberi furono individuati soprattutto tra gli amministrativi, che sono in parte andati via con i pensionamenti naturali e incentivati e in parte sono stati riqualificati come controllori. Al netto dei pensionamenti naturali, gli esodi volontari sono stati 143, che hanno portato un risparmio per circa 5 milioni di euro tra il 2017 e il 2018. A questi si aggiungono le economie per il blocco dei premi di produttività 2016 (3 milioni), degli straordinari e delle altre indennità, finiti nel concordato fallimentare.
Anche la nuova procedura potrebbe durare circa un anno. Le misure previste dovrebbero essere quelle già sperimentate: accanto ai prepensionamenti naturali, gli incentivi all'esodo attraverso il fondo regionale, oltre alla riqualificazione di altro personale come controllori o ausiliari del traffico. Mentre l'Anm ha annunciato che sta lavorando concretamente per abbattere anche i superminimi ad personam di funzionari e dirigenti. Attualmente, il personale Anm ammonta a circa 2.400 unità. Un anno fa erano oltre 2.700. Il costo annuale si aggira attorno ai 110 milioni di euro, con un risparmio già conseguito, come detto, di 10 milioni. Mentre l'Anm ha già annunciato che non parteciperà alla gara regionale per il Lotto 4, corrispondente all'area metropolitana di Napoli, da 33 milioni di km e oltre 100 milioni di euro per gestire i trasporti su gomma. L'azienda dismetterà 75 bus e 253 dipendenti entro la fine del 2018, che saranno trasferiti alla società aggiudicatrice, anche se non è esclusa una proroga-ponte a metà 2019.
Il Comune ha più volte lamentato la carenza di autisti in Anm e la necessità di fare assunzioni. Ipotesi difficile con il concordato. La strada potrebbe essere quella di ricorrere alle società interinali, per reclutare autisti per i bus e macchinisti soprattutto per le funicolari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino