Per quattro ore in balìa dei rapinatori, con le pistole puntate contro un ragazzino. Quattro ore da «Arancia meccanica», con un imprenditore e suo figlio legati...
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L'IRRUZIONE
In due erano armati, mentre gli altri due avevano cacciavite e altri attrezzi utilizzati per fare irruzione nella villetta. Probabilmente avevano un «jammer», congegno elettronico che inibisce antifurto, reti wifi, cellulari e altri strumenti elettronici. In questo modo per loro era stato facile forzare l'ingresso e cominciare a rovistare nella villetta. Non riuscendo a trovare ciò che cercavano e temendo di essere scoperti, i banditi sono passati all'azione giocando d'anticipo. Una volta svegliati il proprietario e il figlio, li hanno legati alle sedie con violenza. Qualche schiaffo e la minaccia fissa di una pistola alla tempia del ragazzino ha completato il quadro di terrore nella villa ercolanese.
Dall'inizio alla fine del colpo sono trascorse 4 interminabili ore, durante le quali i rapinatori hanno saccheggiato di tutto. Cellulari, tv, contanti, oggetti preziosi. Il bottino è di alcune decine di migliaia di euro, con un colpo probabilmente studiato per giorni. Non contenti, i banditi hanno smontato il sistema di videosorveglianza, portando via l'hard-disk che aveva registrato l'azione della banda. Solo al mattino, poi, l'imprenditore e suo figlio sono riusciti a dare l'allarme. Sul posto, per effettuare i primi accertamenti e raccogliere la denuncia sono arrivati i carabinieri della tenenza ercolanese, che hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli.
IL PRECEDENTE
Fin dai primi minuti, gli investigatori hanno capito di trovarsi davanti a rapinatori seriali. Un altro caso simile era avvenuto prima di Natale e la descrizione della notte di terrore, sempre in via San Vito, è pressoché identica. L'incursione nel cuore della notte, le vittime legate alle sedie, l'antifurto messo fuori uso e le telecamere portate via insieme a soldi e preziosi. A stupire è la sicurezza nell'azione, da professionisti delle rapine. I carabinieri, però, hanno in mano già un identikit di alcuni rapinatori e il cerchio sulla banda che sta terrorizzando Ercolano si sta chiudendo. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, si tratterebbe di una gang dell'est Europa, probabilmente con almeno un basista del Napoletano, che sceglie accuratamente gli obiettivi, ne studia con attenzione le abitudini e, soprattutto, valuta il potenziale bottino da poter trafugare. La zona di via San Vito è dotata di diversi sistemi di videosorveglianza privati, ma non esiste un impianto di telecamere pubblico. Dunque, i banditi hanno avuto più facilità ad entrare in azione indisturbati. La durata dei colpi, poi, permette alla banda di portare via anche le registrazioni dall'interno delle case depredate. Al vaglio degli investigatori, però, ci sono altre telecamere, che hanno ripreso la fuga della gang. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino