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«Oggi vince la verità». Così Antonio Cesarano, padre di Genny, vittima di una 'stesà nel Rione Sanità a Napoli la notte del 6 settembre 2015, commenta l'arresto delle 4 persone ritenute responsabili della morte del ragazzo. «Io e la mia famiglia chiediamo giustizia per Genny - dice Antonio ai giornalisti nello studio del suo legale Marco Campora - ma quello che più conta è che nelle carte dell'inchiesta oggi ci sia chiaramente scritto che mio figlio non aveva nulla a che vedere con la camorra e che è una vittima innocente». Antonio ricorda, con rabbia e tra le lacrime, i giorni successivi all'uccisione quando «notizie diffuse da inquirenti ed organi di informazione» descrivevano il figlio come un affiliato ai clan e, per questo, probabile bersaglio di quel raid notturno.
«Era un bravo ragazzo ma ho dovuto gridarlo per giorni prima che dessero ascolto a me ed alle migliaia di persone scese in piazza per il funerale concesso, come si fa per un boss di camorra, alle 7 di mattina.
Il Mattino