I 5.000 euro che il comune aveva promesso sono arrivati e adesso i rom dovranno lasciare l'auditorium in cui alloggiano dal 27 agosto scorso, da quando un incendio distrusse...
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«Allontanarli così, senza un'accompagnamento o una progettualità non ha senso - dice Emma Ferulano dell'associazione Chi rom e...chi no - Sono persone che vivono qui da tantissimo tempo, i loro bambini vanno a scuola qui e sono ben integrati nel contesto e nelle progettualità a loro dedicate. Allontanarli rischia di decontestualizzarli e perdere tutto il lavoro fatto finora». Le associazioni del Comitato abitare Cupa Perillo spiegano che le famiglie preoccupate e abbandonate a loro stesse cercano di capire cosa fare del loro futuro completamente allo sbaraglio in assenza delle politiche comunali in tema di accompagnamento all’abitare per i rom e non solo nel rispetto delle normative nazionali ed europee in tema. E chiedono a gran voce che sia aperto un tavolo per strutturare politiche di accoglienza «dignitose e degne dei cittadini rom come di qualunque altro».
«Stiamo cercando casa qui intorno - dice Goran - perchè qui è la nostra casa, il nostro quartiere. Ma se non la troveremo qui cercheremo lontano, a Mondragone per esempio». Per il Comitato Abitare Cupa Perillo il contributo «caritatevole» del comune non basta, può servire alle famiglie per tirare avanti qualche mese ma ciò che urge è una progettualità di integrazione nel rispetto della Strategia Nazionale d'Inclusione Sociale dei Rom dei Sinti e dei Camminanti 2012-2020. L'epopea dei rom di via Cupa Perillo continua, ancora una volta nell'incertezza sul dove andare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino