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Informazioni destinate a essere riservate trasmesse ad alcune manager di aziende, che hanno potuto attrezzare le proprie offerte in modo da sbaragliare la concorrenza. O in modo da rendere blindato e a prova di ricorso la propria candidatura ad entrare nella partita degli appalti, quelli della fase più cruenta dell'emergenza Covid a Napoli e in altri spaccati amministrativi regionali. Sono queste le ipotesi che hanno spinto gli inquirenti a formalizzare accuse nei confronti di alcuni esponenti di vertice della cabina di regìa che - ora come allora - è in campo per il contrasto alla diffusione del virus sul territorio. Turbativa d'asta e falso sono le ipotesi alla base di alcuni inviti a comparire a carico - tra gli altri - di chi si è occupato di appalti relativi alla costruzione degli ospedali modulari, quelli di Ponticelli (nella struttura dell'ospedale del Mare), ma anche delle forniture di mascherine per bambini e adolescenti (materiale sanitario, a marzo del 2020 difficile da reperire, ndr).
Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro, Mariella Di Mauro e Henry John Woodcock, si lavora su quanto emerso dalle memorie informatiche dei computer e dei telefonini che vennero sequestrati ad alcuni manager (pubblici e privati), nell'agosto del 2020. Ma proviamo a seguire il ragionamento che emerge dagli inviti a comparire: sono ritenuti «rilevanti» i contatti tra Santo Zaffiro, esponente della Technomedical (subappaltrice della Med) con pubblici ufficiali del calibro di Claudio Ragosta (ingegnere Asl e membro della commissione di valutazione delle offerte tecniche per la gara dei modulari) e Massimo Sibilio, dipendente della Soresa.
Ma seguiamo il percorso logico dei pm, alla luce dei contatti scambiati via whatsapp: è il 19 marzo, un giorno prima della definizione della gara, quando Santo Zaffiro inviava uno screenshot all'imprenditore Alberto Venturato (esponente della Med, indagato assieme al fratello Enrico) dal quale si evincevano le presunte rassicurazioni di Massimo Sibilio.
«Tranquillizzo tutti i miei amici. I fatti sono sempre gli stessi. Faremo chiarezza su ogni circostanza con la piena fiducia sempre nella magistratura e nella giustizia». Ed è lo stesso avvocato Castaldo a spiegare: «Oggi non ricordiamo più la drammaticità di quei momenti, non c'erano le mascherine, mancavano i posti letto nelle terapie intensive, in sostanza c'era l'urgenza di tali forniture, vitali, e di tali approvvigionamenti. L'urgenza e i termini ridottissimi di gara erano dovuti non a una scorciatoia e alla poca trasparenza ma alla necessità di assicurare un prodotto in un momento drammatico come quello che tutti abbiamo vissuto». Oggi alle 12.30, conferenza stampa al Vinarium (centro direzionale, isola F10) di Marcello Taglialatela, leader di Campo sud, che ha denunciato i punti su cui oggi battono gli inquirenti.
Il Mattino