L'assedio all'Inps: i marittimi tutti in fila per il numero

L'assedio all'Inps: i marittimi tutti in fila per il numero
Arrivano la sera prima per prendere il numero: poi si siedono in macchina, e avvolti dalle coperte attendono che si faccia mattina, che arrivino gli impiegati e l'ufficio apra...

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Arrivano la sera prima per prendere il numero: poi si siedono in macchina, e avvolti dalle coperte attendono che si faccia mattina, che arrivino gli impiegati e l'ufficio apra i battenti. Sono i marittimi che ogni mercoledì chiedono il riconoscimento dell'indennità di malattia presso la sede dell'Inps di Castellammare. Quando un marittimo resta a terra per mesi senza imbarcarsi, «sta sotto cassa», questa la terminologia utilizzata. Nelle città di mare i modi di dire spiegano un sistema consolidato: il marinaio che ha viaggiato accumulando freddo e umidità, sulla terraferma lamenta dolori e patologie che si traducono in soldi. Un tempo ci pensava la Cassa Marittima (Ipsema); dal 2010 l'Istituto di previdenza per il settore marittimo è stato soppresso e l'indennità di malattia viene gestita dall'Inps che regolamenta decorrenza e durata.


LA PRENOTAZIONE
Presso l'ufficio di Castellammare è stata istituita un'apposita linea per la gestione di tutti i marittimi della provincia di Napoli. Il fatto è che solo tra i comuni di Torre del Greco ed Ercolano sono 25mila gli operatori del mare, dei quali un migliaio in questo periodo a terra. E quindi in malattia. Numeri imponenti che l'Istituto nazionale di previdenza non riesce a gestire. Un'affluenza massiccia che ha imposto regole severe all'ufficio di via Savorito: «Per motivi di sicurezza - è scritto su un cartello posto sulla cancellata - causa sovraffollamento delle sala d'attesa l'erogazione dei ticket per l'accesso al front office della certificazione malattia marittimi sarà limitata a 100 numeri». Così il mercoledì mattina davanti ai cancelli ancora chiusi i marittimi si affollano e segnano il loro nominativo su un foglio che indica l'ordine di arrivo. Ma di mattina c'è ancora troppa folla e i loro casi vengono affrontati solo il mercoledì: così ogni martedì pomeriggio i più temerari raggiungono il nuovo palazzo dell'Inps, che si vede dalla superstrada di Castellammare e attrezzati di coperte e giubbotti pesanti trascorrono la notte davanti ai cancelli. Altri arrivano in treno: «Ecco il biglietto Eav obliterato alle 16,48  - racconta Domenico - io non vengo pagato da settembre. Sono pronto a fare un giorno di attesa sperando che allo sportello mi diano la buona notizia per la mia pratica». Poi c'è Ciro che sul foglio di arrivo è il numero 24: «Resteremo qui fuori, al freddo, fino a domani - racconta il marittimo - abbiamo portato coperte per riscaldarci ma ciò che ci interessa ora è fare un Natale sereno con le nostre famiglie».

LA LETTERA

È sera in via Savorito, in auto continuano ad arrivare altri lavoratori, fino a mezzanotte saranno cinquanta i nomi scritti sul foglio, l'indomani saranno oltre 300. Un caso di cui si è occupato anche il presidente dell'Associazione Marittimi per il Futuro, Vincenzo Accardo, che ha denunciato pubblicamente il disservizio e mediato poi ieri mattina con la direttrice dell'ufficio stabiese. «Comprendiamo che 7 lavoratori per sbrigare tutte la pratiche che arrivano sono davvero pochi - spiega Accardo - rispettiamo il lavoro dei dipendenti ma non è giusto dover fare ore di attesa al freddo per chiedere il riconoscimento dei propri diritti». Il presidente dell'associazione torrese ha ottenuto rassicurazioni per il potenziamento del servizio ma non basta: «Stiamo preparando una lettera che invieremo al presidente nazionale dell'Inps - spiega Accardo - perché i ritardi che i marittimi subiscono sono enormi e ingiustificati». In media ogni marinaio esibisce fra i tre e i quattro certificati al mese della durata di sette giorni ognuno, quando è in malattia. Documenti che vengono spediti tramite raccomandata o presentati di persona all'istituto di previdenza. In tutto si tratta di circa cinquemila certificati mensili da gestire e caricare nel sistema. Spesso il pagamento si blocca perché mancano dati indispensabili per la liquidazione come gli estratti paga delle compagnie o i modelli Sr163. Una burocrazia che rallenta ulteriormente il tutto. «Non ci fermeremo qui - conclude Accardo - nessuno tutela questi lavoratori che sono costretti a spendere denaro proprio anche per le visite che vengono dislocate a Napoli o in altri comuni. Spese di trasporto e prenotazione, spese per inviare i certificati e per arrivare agli uffici di Castellammare. Perché non si attiva questo servizio anche nelle altre sedi Inps evitando così questo sovraffollamento in un unico ufficio?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino