AstraZeneca, gravissima donna di 54 anni vaccinata a Napoli: la dose da un lotto sequestrato

AstraZeneca, gravissima donna di 54 anni vaccinata a Napoli: la dose da un lotto sequestrato
Una donna napoletana di 54 anni, Sonia Battaglia, è ricoverata in terapia intensiva nell'ospedale del Mare di Napoli. La notizia, diffusa dai familiari, è stata...

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Una donna napoletana di 54 anni, Sonia Battaglia, è ricoverata in terapia intensiva nell'ospedale del Mare di Napoli. La notizia, diffusa dai familiari, è stata confermata da fonti sanitarie. La donna ha fatto il vaccino AstraZeneca la scorsa settimana, il lotto ABV5811, in via di sequestro in queste ore in tutta Italia. La donna, sottolineano i parenti, non aveva patologie pregresse e si trova in rianimazione in condizioni gravissime. 

«Mia madre è sempre stata una persona in salute, non aveva malattie. Improvvisamente dopo aver fatto il vaccino ha cominciato ad avere febbre, poi a vomitare e ora è in rianimazione». A raccontarlo all'ANSA è Raffaele Conte, figlio di Sonia Battaglia, la donna di 54 anni di San Sebastiano al Vesuvio che è in rianimazione all'Ospedale del Mare di Napoli. La donna è in coma farmacologico per una serie di patologie intervenute dopo la somministrazione il 1 marzo al centro dell'Asl Napoli 2 del vaccino Astrazeneca del lotto ABV5811, bloccato in tutta Italia. La donna lavora nella segreteria dell'Itis Enrico Medi di San Giorgio a Cremano ed è stata convocata per il vaccino come tutto il personale scolastico: «Non voleva andarci - racconta il figlio Raffaele, 27 anni, insegnante - era molto spaventata, poi per senso civico, per riguardo verso gli alunni e i colleghi ha deciso di aderire». Dopo il vaccino la donna ha avuto un pò di febbre: «dopo due, tre giorni - racconta ancora il figlio - ha iniziato ad avere la febbre, poi le è passata. Ma il giorno dopo ha iniziato a vomitare forte tutto il giorno. Le abbiamo dato un farmaco che ha avuto effetto ma il giorno dopo ha ripreso a vomitare. Poi ha iniziato a storcere il labbro, non riusciva a parlare bene. Il 12 marzo, la sera abbiamo deciso di chiamare l'ambulanza, sono venuti a casa, l'hanno controllata ma ci hanno detto che non necessitava il ricovero e di tenerla sotto controllo a casa».

I familiari sono sempre più preoccupati, la donna non migliora per tutta la notte: «Il 13 mattina - continua il figlio - non riusciva a muovere il lato sinistro del corpo. Le chiedevamo di fare dei movimenti e lei pensava che stava muovendo il braccio, invece non era vero. A quel punto l'ho presa e l'ho portata io stesso all'Ospedale del Mare a Ponticelli. È entrata immediatamente e le hanno fatto una tac alla testa che ha evidenziato una emorragia cerebrale. Poi ci hanno detto che aveva anche una occlusione dell'aorta causata da una placca. Ma non era finita, due ore dopo ci hanno detto che ha avuto dei trombi polidistrettuali e anche un infarto. A quel punto è stata messa in coma farmacologico e ora è in terapia intensiva. I medici non trovano una spiegazione, mia mamma era sanissima». 

 

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Il Mattino