VICO EQUENSE - Quarantasei scene e 250 persone coinvolte tra figuranti, scultori, scenografi, tecnici, organizzatori. E' il presepe vivente di San Salvatore, in penisola...
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Allestito per le viuzze, nei vicoli, nei cortili e nei portoni il presepe crea un'atmosfera che avvolge completamente il visitatore. Il percorso è, infatti, ben lontano dai bagliori delle decorazioni natalizie e illuminato solamente dalla tenue luce delle fiaccole.«Chi viene può respirare l'aria e lo spirito natalizio di una comunità lontana da tanti frastuoni» spiega Mario Parlato, presidente dell'associazione Borgo San Salvatore.
Arti e mestieri sono proposti con le tecniche di lavorazione e gli strumenti del tempo e alcuni dei figuranti sono persone che ancora conservano quei saperi: il fabbro batte il martello sulla suonante incudine, il mulinaro trasforma i chicchi di grano in farina facendo girare la mola, le donne impastano il pane, i mercanti vendono il pesce e la frutta e così l'arrotino, il calzolaio, le lavandaie, il falegname. «Ho realizzato molte strutture con le mie mani - racconta l'ottantenne Salvatore Ferraro - e l'ho fatto perchè spinto da un sentimento religioso. Si festeggia la nascita di Gesù».
«A conclusione del cammino - aggiunge Salvatore Cuomo, direttore artistico - vi è la grotta, allestita nel rispetto degli eventi evangelici e della tradizione con i costumi che richiamano ai colori del presepe napoletano del settecento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino