Attori e musicisti dai detenuti del carcere di Secondigliano

Attori e musicisti dai detenuti del carcere di Secondigliano
«Sosteniamo le attività che favoriscono il clima sereno e la rieducazione in carcere». Le parole di Liberato Guerriero, direttore della casa circondariale di...

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«Sosteniamo le attività che favoriscono il clima sereno e la rieducazione in carcere». Le parole di Liberato Guerriero, direttore della casa circondariale di Secondigliano, arrivano a conclusione di una mattinata molto particolare. In scena attori, cantanti e musicisti e per pubblico i detenuti del reparto Tirreno che hanno applaudito a «Unamena Live». Lo spettacolo, organizzato dai volontari dell’Associazione Onlus I figli di Barabba si è svolto all’interno della palestra della struttura carceraria e ha intrattenuto per 3 ore i detenuti che hanno assistito al concerto di Andrea Sannino e Stefania De Francesco, alle performance dei musicisti Mauro Spenillo e Giuseppe Seno e agli sketch degli attori di un Posto al Sole e Made in Sud.


«La nostra struttura - aggiunge Guerriero - è impegnata in progetti di vario tipo affinchè la detenzione possa riabilitare il carcerato. La prospettiva è impegnarsi sempre più per l’inserimento post carcere nel mondo del lavoro». Tanti sono stati gli artisti che hanno aderito in maniera volontaria e gratuita alla manifestazione destinata a uno dei tre reparti di alta sicurezza del carcere dove si svolgono con continuità attività di laboratorio coordinate dal reparto educativo della casa circondariale, rappresentato oggi da Danila Pellecchia, e dalle reti di volontari, organizzati stamane da Giuseppe Cioffi, Antonio Barreca e Alfonso Santoro con la collaborazione di Sergio Morra.


«Credevamo di dare qualcosa ai detenuti e invece siamo stati noi a tornare a casa carichi di emozioni», hanno detto Germano Bellavia, Pasquale Palma e Marzio Onorato, gli attori che si sono esibiti sul palchetto nel carcere e che hanno promesso di tornare al più presto per nuovi spettacoli destinati anche agli altri reparti. «Abbiamo in programma altre manifestazioni - hanno spiegato Antonio Parisi con le figlie Francesca e Chiara dell’associazione I figli di Barabba - e svolgiamo settimanalmente laboratori di scrittura creativa e disegno. Invitiamo tutti gli artisti napoletani a sostenerci perché il carcere è anche riabilitazione dell’animo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino