Un'autorimessa, un autolavaggio, un'autofficina e tre negozi al posto di un'area verde e di un parcheggio che sarebbero dovuti essere realizzati nell'area...
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Il Comune di Napoli, con una ordinanza del Servizio «Valorizzazione sociale degli spazi di proprietà comunale», ha intimato lo sgombero e ha messo in mora le persone identificate per il pagamento delle somme dovute. Dall'atto ufficiale, e da una verifica sui dati dal catasto terreni, si apprende che le aree attualmente occupate «sine titulo» erano di proprietà di un privato, poi espropriato nel 1994 per fare spazio a un parco e a un parcheggio a servizio del adiacente camposanto (che rientra, però, nel confinante quartiere di San Giovanni a Teduccio, sempre nel territorio della VI municipalità). Dall’atto stesso si apprende che dalle indagini eseguite dalla polizia municipale è emerso che l'area è occupata da un 70enne per l'attività di autorimessa e che «risultano edificati, senza permesso di costruire, alcuni locali su cui gravano due ordinanze di demolizione [...] mai eseguite». La stessa persona, secondo l'ordinanza, ha stipulato contratti di locazione con altre quattro persone che gestiscono una officina per auto, un negozio di bibite, uno di giocattoli e un altro di mattonelle. A questi si aggiunge un 52enne che gestisce l'autolavaggio. Questi «sono già stati diffidati al rilascio dei locali e delle aree» a novembre 2018 e avrebbero dovuto liberare gli spazi pubblici entro trenta giorni ma ciò, a distanza di un anno, non è avvenuto.
L'ultima ordinanza di sgombero, con data 18 ottobre 2019, concede agli occupanti altri quindici giorni per liberare gli spazi da persone e cose per poi permettere all'amministrazione comunale di prendere possesso delle aree di sua proprietà e avverte «che in caso di inottemperanza, anche parziale alla ordinanza, elasso infruttuosamente il tempo concesso, senza ulteriore avviso, lo sgombero sarà effettuato in modo coattivo e in danno degli occupanti in indirizzo». Agli stessi il Comune chiederà di pagare il canone per l'occupazione degli spazi e «l'eventuale pagamento delle utenze idriche ed elettriche da quantizzare nel caso le stesse fossero a carico del Comune di Napoli».
Ad oggi tutte le attività risultano normalmente aperte al pubblico e alcune di queste utilizzano il marciapiede antistante per l'esposizione della merce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino