Attivista gay ucciso e fatto a pezzi, l'autopsia rivela: «Ammazzato con due colpi di pistola al petto»

L'autopsia sbugiarda ancora una volta Ciro Guarente. Due proiettili di un calibro non ancora individuato sono stati trovati tra l'addome e il torace di Vincenzo Ruggiero,...

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L'autopsia sbugiarda ancora una volta Ciro Guarente. Due proiettili di un calibro non ancora individuato sono stati trovati tra l'addome e il torace di Vincenzo Ruggiero, l'attivista gay assassinato e fatto a pezzi il 7 luglio scorso, il cui cadavere è stato ritrovato domenica in un garage a Ponticelli, quartiere a est di Napoli.

 
Vincenzo non è dunque morto "battendo la testa su uno spigolo nel corso di una discussione", come Guarente ha inutilmente cercato di far credere nel corso della sua stentata e mendace confessione, resa peraltro inevitabile dai filmati raccolti dai carabinieri che lo hanno messo di fronte alle immagini che lo ritraggono mentre trascina il corpo della vittima, in un sacco, fuori dalla casa di Heven Grimaldi, la fidanzata transessuale di Guarente e miccia della gelosia omicida che ha trasformato l'ex militare napoletano in un mostro.
La posizione dell'indagato, unico iscritto sul registro della procura di Napoli Nord, si è quindi aggravata ulteriormente. 
Da questo momento, però, solo gli accertamenti di tipo tecnico-scientifico potranno chiarire cosa è veramente successo nelle ultime ore di vita del 25enne originario di Parete, piccolo comune del Casertano,  che Vincenzo aveva lasciato per trasferirsi ad Aversa, a casa di Heven, circa un mese prima della sua scomparsa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino