Napoli, è bagarre tra gli avvocati: l'accordo sulle deleghe non arriva

Napoli, è bagarre tra gli avvocati: l'accordo sulle deleghe non arriva
Cosa succede al prestigioso Consiglio dell'Ordine degli avvocati napoletani, proprio quello che fu presieduto a fine '800 da Enrico Pessina o ben otto volte, fino al 1980,...

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Cosa succede al prestigioso Consiglio dell'Ordine degli avvocati napoletani, proprio quello che fu presieduto a fine '800 da Enrico Pessina o ben otto volte, fino al 1980, da Alfredo De Marsico? Una frammentazione e divisione a metà tra i 25 consiglieri, che ostacola il funzionamento dell'organismo che rappresenta ben 12mila iscritti. È il terzo Ordine degli avvocati d'Italia, certamente quello con la tradizione più prestigiosa testimoniata da quella biblioteca di Castelcapuano dagli oltre 90mila volumi, che fu valorizzata proprio da Pessina e oggi porta il nome di De Marsico.

Martedì prossimo, ci sarà un nuovo appuntamento. Un'altra riunione del Consiglio, per nominare il vice presidente e affidare le deleghe con gli incarichi ai consiglieri. La precedente riunione, quattro giorni fa, dopo una discussione fiume terminata alle nove di sera si è conclusa con un nulla di fatto. Colpa della spaccatura in due gruppi, dopo la nomina del nuovo presidente, il civilista cinquantunenne Maurizio Bianco, eletto con 12 voti a favore, 11 contrari e 2 astenuti. Un presidente dimezzato, ben lontano dai plebisciti che accompagnarono, negli anni di un recente passato, Franco Landolfo o Francesco Caja. Chi bazzica aule giudiziarie da un po' di anni, ricorda Landolfo, presidente per 12 anni cui è stata intitolata l'aula avvocati al terzo piano del tribunale al Centro direzionale. Affabile, spirito di servizio, presenza continua negli uffici dell'Ordine. Era al servizio di tutti e i voti arrivavano, come i consensi nella conta finale.

Poi, si è passati da Franco Tortorano a Francesco Caja, sempre civilisti, che potevano contare su una pattuglia di colleghi fedelissimi. Stavolta, i candidati erano 73, con ben sei liste. Alla resa dei conti per nominare il presidente, è arrivata la lista dell'uscente Armando Rossi, presidente per un anno dopo le dimissioni di Caja eletto al Consiglio nazionale forense. Civilista, 51 anni, Rossi fu eletto con otto voti su undici e in queste elezioni ha ottenuto il più alto numero di consensi: 2380. Nella sua lista, «Unità per l'avvocatura», gli eletti, lui compreso, sono stati undici su sedici. Un successo, favorito dalla presenza di penalisti come Arturo Frojo e Alfredo Sorge, o di figli di avvocati di studi noti come Lucio Cricrì (figlio di Eugenio), o ancora di studi di civilisti consolidati come quello degli avvocati Chef e un pacchetto di consensi che erano di Caja riversati su Elena De Rosa. E questo gruppo di eletti nella lista era, naturalmente, tutto per Rossi.
 
Ma, dall'altra parte, dove la presenza era quasi tutta schiacciata su avvocati civilisti, il candidato era Maurizio Bianco, che era stato segretario dell'Ordine con Rossi. Per lui ha votato anche Roberto Fiore, secondo degli eletti con 2041 voti, presidente attuale della Biblioteca di Castelcapuano, che guidava la lista «Noi avvocati» dove con il capolista ce l'ha fatta anche Vincenzo Pecorella. Voti per Bianco, quinto degli eletti con 1831 voti, che ha potuto contare anche dei consensi dei penalisti Salvatore Impradice e Dina Cavalli, figlia dell'avvocato Gigi storico penalista dello studio Botti. Per Bianco, anche i consensi di Nathalie Mensitieri e di Giuseppe Scarpa esponenti dell'associazione nuova avvocatura democratica costituita un anno fa in polemica con le istituzioni forensi.

Tra gli avvocati con più esperienza e che ne hanno viste tante, emerge preoccupazione sulla credibilità di un Consiglio dell'Ordine diviso che, proprio nella seduta di nomina del presidente, non avrebbe rispettato delle consolidate regole formali. Cosa è successo? Per evitare spaccature, era stata proposta una candidatura di mediazione: quella di Arturo Frojo che faceva parte della lista Rossi. Proposta rifiutata dal gruppo contrapposto e si è andati alla conta. Dopo la sua elezione, Maurizio Bianco ha voluto prendere il posto del consigliere più anziano a presiedere la seduta. Prassi atipica. La successiva elezione del segretario, Vincenzo Pecorella, e del tesoriere, Giuseppe Scarpa, è stata contestata per questo e anche perché non contestuale all'elezione del presidente.

Così, Scarpa si è prima dimesso con atto unilaterale, poi ha fatto marcia indietro spiegandolo anche via Facebook. Di fatto, sfavorito anche dalle due astensioni, tra cui una della sua lista, il più votato alle elezioni Armando Rossi non è andato alla conferma. Comincia la gestione Bianco, con percorso a ostacoli. A cominciare dalla prossima riunione, con le annunciate divisioni sull'assegnazione delle deleghe ai consiglieri.


«Proprio quando la politica si disgrega, dalle professioni dovrebbero partire esempi diversi» commenta il penalista e presidente del Premio Napoli, Domenico Ciruzzi. E l'avvocato Francesco Barra Caracciolo, già consigliere con delega alla cultura, lancia «un forte appello all'unità nell'interesse della classe forense», auspicando che nasca uno spirito di ricucitura tra i gruppi contrapposti. E, per capire cosa sia l'Ordine degli avvocati, basta dare un occhio ai numeri del bilancio: 561mila euro di spese istituto e 447mila di spese di funzionamento. Poi le spese per le scuole forensi e i contributi da versare ad altri organismi forensi. Senza considerare che il tesoriere ha a che fare con ben 5 bilanci: oltre quello del Consiglio, ci sono i documenti finanziari della biblioteca De Marsico, della Fondazione per l'alta formazione dell'avvocatura napoletana, della Fondazione Nicola Amore e dell'Organismo di mediazione. E per fortuna che la materia più delicata, la sezione disciplinare, è da tre anni di competenza di un consiglio distrettuale, presieduto da Franco Tortorano, con esponenti nominati dai singoli Ordini del distretto. Un ostacolo in meno: la delega sulla disciplina, materia spinosa, era in passato proprio quella su cui si concentrava la maggiore attenzione.
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Il Mattino