Mafia Capitale e la morte di Ciro Esposito, al vaglio l'utilizzo delle intercettazioni tra ultrà e boss

Mafia Capitale e la morte di Ciro Esposito, al vaglio l'utilizzo delle intercettazioni tra ultrà e boss
È già al vaglio della Procura di Roma l'istanza dei legali della famiglia Esposito con la quale si chiede di allegare...

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È già al vaglio della Procura di Roma l'istanza dei legali della famiglia Esposito con la quale si chiede di allegare agli atti dell'indagine sulla morte di Ciro Esposito, le intercettazioni comparse nelle carte dell'inchiesta su Mafia Capitale relative a soggetti che gravitavano negli ambienti della tifoseria ultrà giallorossa, di cui faceva parte anche Daniele De Santis (accusato di omicidio), e che avevano contatti con Massimo Carminati.



In ambienti investigativi non si esclude che i dialoghi verranno analizzati al fine di individuare nuovi elementi a carico dei quattro uomini con il casco nero, identificati e accusati di concorso in omicidio, che erano al fianco di De Santis durante gli scontri con i tifosi del Napoli nella zona di Tor di Quinto. Dalle carte della maxinchiesta potrebbero arrivare spunti «interessanti» anche per individuare eventuali altri soggetti che facevano parte del commando che scatenò gli incidenti nel prepartita della finale di Coppa Italia durante i quali Esposito venne raggiunto da un colpo di pistola a causa del quale morì dopo 53 giorni di agonia.







Acquisire, dal fascicolo del procedimento Mafia Capitale, «tutte le intercettazioni intercorse nei giorni precedenti e successivi» agli incidenti del 3 maggio che causarono la morte di Ciro Esposito «tra Massimo Carminati e i soggetti appartenenti alla tifoseria della Roma ritenuti suoi fiancheggiatori». È quanto chiedono gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, difensori della famiglia del tifoso napoletano, con un'istanza indirizzata al sostituto procuratore Eugenio Albamonte che indaga sull'omicidio del giovane. «Lo stadio Olimpico - scrivono i legali - è stato palestra di un gruppo di fiancheggiatori del 'rivoluzionario armato' «Massimo Carminati. Alcuni di loro sono diventati, lo scrivono i magistrati nell'ordinanza di Mafia Capitale, suoi consiglieri». Ed è «notoria l'appartenenza di Daniele De Santis», indagato per omicidio, «sia alle frange più violente della tifoseria che agli ambienti dell'estrema destra. Proprio per tale motivo non si esclude che i fatti per cui si procede possano essere stati commentati con dovizia di particolari da soggetti attenzionati sia nella fase preparativa che nei momenti successivi ai noti eventi che videro coinvolto Ciro Esposito». In caso positivo, concludono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, «si acquisirebbero importanti spunti investigativi soprattutto al fine di identificare i complici di De Santis»



È quanto chiedono gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, difensori della famiglia del tifoso napoletano, con un'istanza indirizzata al sostituto procuratore Eugenio Albamonte che indaga sull'omicidio del giovane. «Lo stadio Olimpico - scrivono i legali - è stato palestra di un gruppo di fiancheggiatori del "rivoluzionario armato" Massimo Carminati. Alcuni di loro sono diventati, lo scrivono i magistrati nell'ordinanza di Mafia Capitale, suoi consiglieri».



Ed è «notoria l'appartenenza di Daniele De Santis», indagato per omicidio, «sia alle frange più violente della tifoseria che agli ambienti dell'estrema destra. Proprio per tale motivo non si esclude che i fatti per cui si procede possano essere stati commentati con dovizia di particolari da soggetti attenzionati sia nella fase preparativa che nei momenti successivi ai noti eventi che videro coinvolto Ciro Esposito».



In caso positivo, concludono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, «si acquisirebbero importanti spunti investigativi soprattutto al fine di identificare i complici di De Santis». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino