«Rigetto qualsiasi baciamano che non sia dettato dall'amore» ma «non me la sento di unirmi al coro degli indignati verso coloro che hanno accolto esultanti...
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«Non vorrei sbagliarmi ma credo che sia la prima volta - sottolinea il sacerdote che conduce tante battaglie per la legalità - che un ministro dell'Interno mette piede ad Afragola, questo è un fatto e i fatti sono più duri delle pietre». E allora c'è gente che ha visto nel ministro «il liberatore. Avete letto bene - sottolinea don Patriciello -, ho scritto proprio liberatore, colui cioè che viene a liberarti dalla paura delle bombe, da questa maledetta camorra che non vuole morire».
«In un paese dove lo Stato è rimasto assente per tanti anni, dove il clan egemone controllava tutto, dove non si muoveva foglia che il clan non voleva, la visita del ministro dell'Interno è più importante di quanto da lontano si possa credere. E se tra la folla un uomo qualsiasi sente l'impulso di baciargli la mano - conclude il prete - pur non condividendo il gesto, lo capisco». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino