Bacoli, alla scoperta dell'albero genealogico: 200 anni in un click

Bacoli, alla scoperta dell'albero genealogico: 200 anni in un click
Ricostruire l'albero genealogico dei cittadini vissuti tra il 1800 e il 1900, quando Bacoli era una borgata di Pozzuoli: è la mission di un lavoro di ricerca...

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Ricostruire l'albero genealogico dei cittadini vissuti tra il 1800 e il 1900, quando Bacoli era una borgata di Pozzuoli: è la mission di un lavoro di ricerca dell'assessorato alla Cultura e dell'Ufficio Anagrafe. I dati in archivio sono stati digitalizzati e con un click saranno accessibili a chiunque per ripercorrere le proprie radici. Storie di vita che si intrecciano con quelle degli altri Comuni. Anche prima dell'autonomia amministrativa di Bacoli, che divenne Comune autonomo, distaccandosi da Pozzuoli, il 19 gennaio del 1919 dopo un periodo di contrasti iniziato nel 1824. 

«A Bacoli abbiamo un bel patrimonio di registri a partire dal 1810. I documenti sono stati conservati nel migliore dei modi - racconta l'assessore alla Cultura, Mariano Scotto Di Vetta - Le schede riportano i nomi di tutte le persone nate, sposate e decedute. E questo ci consente di poter definire l'albero genealogico fino all'800. E si potrebbe andare a ritroso consultando i registri della chiesa di Sant'Anna, che partono dal 1700, attualmente conservati nell'archivio diocesano di Pozzuoli». Un lavoro certosino ad ampio raggio. «Si possono ad esempio ritrovare i cognomi e capire la provenienza degli abitanti. Bacoli, a partire dal Cinquecento e dal Seicento è stata colonizzata da più parti aggiunge l'assessore Scotto Di Vetta - da Posillipo da Pozzuoli e da Procida. Abbiamo riscontrato anche nomi testamentari quali Abramo, Mosè, Noè, Zaccaria, Elia, Giosafatte». 

La ricerca può aiutare a comprendere dinamiche storiche. «Dal punto di vista sociologico invece fornisce molte informazioni sulle nascite, con particolari che appartengono alla società ottocentesca, conservatrice e cattolica, ma con una sua dinamica», continua l'assessore alla Cultura. Dallo studio emerge un popolo eterogeneo che ha accolto tantissime persone provenienti da luoghi diversi, una caratteristica che ha reso la città interessante ma disunita, disomogenea. «Ancora oggi, ad esempio, la frazione di Cappella non si sente parte di Bacoli, al pari di Fusaro, Baia, Miseno che hanno una loro identità», osserva l'assessore.

L'analisi fornisce spunti interessanti e chiavi di lettura del passato. «Noi speriamo che questo studio aiuti anche la comprensione della nascita della nuova Bacoli, una comunità nata a partire dal Seicento dopo la nascita del Monte Nuovo, con un popolo dotato di una identità estremamente variegata, di complessa codificazione», commenta Scotto Di Vetta. Tra le curiosità emerse, i nomi e i cognomi dati ai neonati non riconosciuti e affidati all'Annunziata di Napoli. Illuminato ad esempio era tra i cognomi più gettonati e diffusi. E sono emersi casi in cui la donna partoriva prima del matrimonio, ma riconosceva il figlio solo dopo che il papà del bambino convolava a nozze come se volesse «preservare e nascondere la verginità perduta». 

«Da questo studio emergono dinamiche socio-culturali e elementi antropologici utili a comprendere la società del tempo», conclude l'assessore Scotto Di Vetta. «Un'opera dal valore incommensurabile - secondo il sindaco, Josi Gerardo Della Ragione - Crediamo fortemente che alcun futuro è realizzabile, se non si fonda sulla conoscenza del nostro passato e delle nostre radici più profonde. Perché è giusto investire ogni energia per valorizzare quanto ereditato dalle vestigia greche, romane, aragonesi, borboniche. Ma è altrettanto importante difendere la nostra storia più sentita e vicina». 

Tra i cognomi più diffusi a Bacoli, Carannante dal toponimo Carano; Capuano, di origine etnica e quindi originario della città di Capua; Di Meo, da Meo riscontrato in Sicilia sin dal Cinquecento; Lucci, dal nome latino Lucius o Luccius; Esposito dal latino expositus, esposto, dato ai neonati abbandonati alla nascita; Illiano, dall'ebraico Ilan (albero); Scamardella, che ritroviamo anche a Pozzuoli e Napoli, dal greco Skamandrios, figlio dell'eroe troiano Hector e di sua moglie Andromaca o una variante etnica del cognome Camardella (Camarda). A Bacoli compare anche Di Fraia, molto più diffuso a Pozzuoli, di origini nobili. Meno presente Coppola, diffuso invece a Monte di Procida. Si riscontrano Scotto e Ambrosino, tipici della vicina Procida. Dati che testimoniano i legami tra le località flegree, da secoli un unicum socio-culturale. 

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Il Mattino