Pietro Spirito, il nuovo presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale dovrà risolvere i problemi portuali della Campania e anche quelli di...
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«Sul tema della bonifica di Bagnoli - ha precisato il neo presidente - ho sempre avuto ottimi rapporti con il Comune di Napoli. Il porto è quindi l'Autorità di sistema portuale non è inserito nella cabina di regia di Bagnoli ma opera come ente collaterale insieme ad altri organi pubblici. Conosco molto bene la situazione - ha aggiunto - ed è bene cominciare a preparare subito la soluzione. Quando faranno la bonifica bisognerà trovare un luogo per portare la colmata e i sedimenti marini. Il ministero delle infrastrutture aveva indicato il porto di Trieste, ma è troppo distante e quindi il porto di Napoli con una nuova colmata dovrà accogliere questi sedimenti».
In totale si tratta di circa un milione di tonnellate per quanto riguarda la rimozione della colmata a mare di Bagnoli e di circa 800mila tonnellate di sedimenti marini, secondo uno studio del 2005. Il destino del porto di Napoli, dunque, si incrocia nuovamente con quello di Bagnoli. Spirito ha detto che si dovrà costruire una nuova cassa di colmata, tenuto conto che quella attualmente in corso di ultimazione della nuova darsena di levante a stento riuscirà a raccogliere parte delle sabbie inquinate del porto e che i lavori di escavo, finanziati dal Grande Progetto sostenuto dalla regione e dalla Ue, sono già oggetto di un bando pubblicato nel mese di settembre scorso. Un programma ambizioso che rievoca percorsi e progetti già avviati in un passato non tanto lontano ma puntualmente accantonati. A prendere in carico Bagnoli è stato il governo Renzi che ha avocato a se la «Bonifica ambientale e la rigenerazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale - comprensorio Bagnoli-Coroglio».
Il commissario straordinario, Salvo Nastasi, ha individuato in Invitalia il soggetto attuatore degli interventi di bonifica e risanamento ambientale e del ridisegno urbanistico del comprensorio.
Il Mattino