Fanno nomi e cognomi di chi additano, a loro giudizio, come «responsabile» degli scontri di ieri a Napoli. Per primi i vertici di Città della Scienza. E poi si rivolgono anche...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Massimo Di Dato, dell'Assise per Bagnoli, è una delle anime della manifestazione di contro lo Sblocca Italia, finita con gli incidenti tra manifestanti e forze dell'ordine.
«Esiste una dinamica per quello a cui si è arrivati - dice nel corso di una conferenza, convocata in strada, davanti a Palazzo San Giacomo, sede del comune di Napoli - fino al nostro arrivo ai cancelli di Città della Scienza, ci era stato detto che saremmo potuti entrare per tenere lì un'assemblea pubblica». Ma quella che chiama «disponiblità della polizia, si è scontrata contro il muro della Fondazione Idis».
«I responsabili sono Vittorio Silvestrini, Vincenzo Lipardi e Luigi Amodio (dirigenti della Fondazione Idis) - accusa - Città della Scienza è dei cittadini».
Aldo Velo è un ex operaio dell'Italsider di Bagnoli, ieri in piazza «per difendere il mio quartiere». «Io sono bagnolese», afferma. «Ci ho messo la faccia e ho perso la mia credibilità - dice - Avevo assicurato la gente del corteo che saremmo entrati, perchè così ci era stato detto». Lamenta «cattiveria» da parte delle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti. «Gli ispettori che ieri erano lì - aggiunge - vanno rimossi per gli atti di irresponsabilità che sono stati compiuti».
C'è un terzo colpevole: «La stampa che ci ha descritti come violenti, facinorosi, teppisti e terroristi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino