Senza casa occupano il «Rossini». La municipalità: non è la soluzione

Ingresso istituto G. Rossini
Nella notte tra martedì e mercoledì un gruppo di famiglie rimaste senza alloggio ha occupato l’istituto G. Rossini di Bagnoli. A prendere possesso della scuola...

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Nella notte tra martedì e mercoledì un gruppo di famiglie rimaste senza alloggio ha occupato l’istituto G. Rossini di Bagnoli. A prendere possesso della scuola professionale per servizi alberghieri e della ristorazione le stesse persone che la scorsa settimana si erano insediati abusivamente nell’ex hotel San Germano in zona Agnano. Una struttura, abbandonata da cinque anni, che versa in condizioni fatiscenti e che è sprovvista di acqua e luce. Per questo gli occupanti hanno preferito lasciarla e trasferirsi nell’edificio di piazza Bagnoli. A spingerli verso la nuova sistemazione la notizia del trasferimento della scuola in via Terracina presso l’area Capalc. Inoltre, nelle ultime settimane sono circolate voci sulla nuova destinazione dell’immobile, che sarebbe dovuto diventare un centro d’accoglienza per immigrati.

 
«Assolutamente no! Non abbiamo ricevuto alcuna informazione ufficiale in tal senso – chiarisce Diego Civitillo, presidente della X Municipalità –. Sono voci social che purtroppo servono a strumentalizzare anche chi è in difficoltà. Un paio di settimane fa era girata la voce che il centro sarebbe sorto nell'area del mercatino rionale. Purtroppo si tratta di tristi speculazioni». Confermata, invece, la notizia del trasferimento della scuola alberghiera: «L'istituto andrà al Capalc proprio per la questione dei fitti passivi che vanno eliminati per questioni di buona amministrazione da parte della Città Metropolitana, ma non si conoscono ancora i tempi in cui avverrà la dislocazione». Di certo c’è che, una volta traslocata la scuola, l’edificio tornerà nella disponibilità del suo legittimo proprietario: «Lui deciderà poi che uso farne – spiega ancora Civitillo –, ma attualmente quello è ancora un istituto scolastico e non si può occuparlo a scopo abitativo. A maggior ragione se si tratta di una proprietà privata».
 

Dunque, gli occupanti non potranno restare a lungo in quella che rimane una situazione comunque precaria. La soluzione al loro problema abitativo passa per le normali procedure burocratiche: «So che c'è stato un interessamento da parte degli uffici che si occupano delle politiche abitative, ma, per quel che mi risulta, gli occupanti non hanno mostrato interesse a seguire percorsi d’inserimento in graduatorie – conclude Civitillo –. Bisogna capire se c'è una volontà di seguire quei percorsi, perché occupare alberghi o scuole non può dare risposte a loro. Non è la soluzione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino