Le scelte dell’elettorato del Pd e dei Cinque Stelle, il possibile astensionismo e le indagini della magistratura sono le tre incognite che pesano sull’esito del turno...
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LE OMBRE
A Castellammare di Stabia, una volta considerata la Stalingrado del Sud, il Pd dal ballottaggio esce per una differenza di appena 103 voti. Massimo De Angelis ha dovuto fare spazio a Gaetano Cimmino del centrodestra e Andrea Di Martino di una coalizione di centro composta da liste civiche. Si tratta di capire, ora, dove finirà l’elettorato in libertà del democrat: il partito ha ufficialmente invitato a votare scheda bianca ma la caccia al voto c’è comunque stata. Neutralità anche da parte dell’altra sinistra, quella di Leu che ha sostenuto al primo turno Tonino Scala e si è fermata a quota 8%. A stravolgere tutto, poi, ci si è messa una doppia inchiesta della magistratura: una sul voto di scambio (foto di schede al primo turno, distribuzione di pacchi alimentari con pubblicità elettorali) e l’altra sulla presenza di uomini dei clan davanti ai seggi. Inoltre, Di Martino ha denunciato la richiesta del pagamento di una utenza in cambio del voto da parte di una donna dichiaratasi appartenente a un clan e una serie di minacce subite in strada.
Anche a Torre del Greco il lavoro della magistratura ha monopolizzato gli ultimi giorni della campagna elettorale. L’ipotesi della procura di Torre Annunziata è che sarebbero stati offerti posti di lavoro in cambio di voti, con la selezione di operatori ecologici da inserire nel consorzio gestore del servizio di nettezza urbana, da parte di un’agenzia di lavoro interinale vicina a due aspiranti consiglieri comunali. Tira ancora aria di tempesta, dunque, in una città che ha visto interrompere la passata consiliatura a causa dell’arresto dell’allora sindaco Ciro Borriello, ora in libertà e a processo per corruzione. Stavolta al ballottaggio sono arrivati Giovanni Palomba, sostenuto da liste civiche e Luigi Mele, riferimento di Forza Italia ed ex assessore proprio con Borriello. Pure Qualiano è scossa da inchieste, con una ipotesi di compravendita di voti che ha portato a dieci denunciati e un blitz effettuato dai carabinieri la domenica del primo turno elettorale. Venerdì sera, poi, ci sono stati degli spari a pochissima distanza da uno dei palchi dove si stavano tenendo i comizi. Ma Qualiano è anche il teatro dove va in scena un’inedita intesa tra Lega e Pd: Antonio De Rosa, sostenuto al primo turno dal partito di Salvini, ha deciso di appoggiare Ludovico De Luca che corre con i democratici ma anche con Verdi e civiche. De Luca se la vedrà con Raffaele De Leonardis a capo di una coalizione di centrodestra. Denunce e inchieste anche a San Giuseppe Vesuviano, dove il sindaco uscente Vincenzo Catapano, sostenuto dal centrodestra, se la vede con l’ex sindaco Antonio Agostino Ambrosio, appoggiate da civiche provenienti dalla stessa area. La Procura di Nola ha aperto un fascicolo su un presunto voto di scambio con distribuzione di pacchi alimentari e buoni spesa. Pochi giorni fa Ambrosio ha inoltre denunciato che qualcuno ha appiccato il fuoco al portone della casa della sorella.
SPOGLIO LENTO
A Volla il ballottaggio sarà tra Pasquale Di Marzo e l’ex sindaco Andrea Viscovo, entrambi sostenuti da liste civiche. Anche nel Comune vesuviano non sono mancate le polemiche, dovute soprattutto al ritardo nello spoglio di due sezioni, per le quali è intervenuta la Prefettura di Napoli. Alla fine la distanza tra Viscovo e il terzo, Giuseppe Annone di Fratelli di’Italia è di poco più di 100 voti: uno scarto che fa presagire ancora ricorsi. Sfida tra civiche di centrosinistra e centrodestra a Brusciano, dove la sfida è tra Giuseppe Montanile e Carminantonio Esposito. A Forio d’Ischia il vantaggio provvisorio è del sindaco uscente Francesco Del Deo su Stanislao Verde. A Cercola si registra, invece, un apparentamento ufficiale tra Giorgio Esposito del centrodestra e Pasquale Tammaro. Esposito è in ballottaggio con Vincenzo Fiengo, sindaco uscente del centrosinistra che, però, non ha il simbolo Pd. Sfida a sinistra, invece, nella Quarto che appena pochi anni fa fu la prima città pentastellata della Campania: Antonio Sabino, sostenuto da tre civiche progressiste, parte in vantaggio rispetto a Davide Secone, appoggiato da ambientalisti ed esponenti dei centri sociali.
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Il Mattino