Bar e ristoranti chiusi in Campania ma il caffè è salvo: la Regione dice sì alla consegna a casa

Bar e ristoranti chiusi in Campania ma il caffè è salvo: la Regione dice sì alla consegna a casa
Il rebus normativo del caffè proibito. Le pesanti restrizioni dell'ordinanza 98, emessa il 19 dicembre da Palazzo Santa Lucia, hanno mandato in tilt il mondo dei bar...

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Il rebus normativo del caffè proibito. Le pesanti restrizioni dell'ordinanza 98, emessa il 19 dicembre da Palazzo Santa Lucia, hanno mandato in tilt il mondo dei bar napoletani. Diversi titolari di esercizi in zona Toledo-Plebiscito, nelle ultime ore, sono stati sorpresi «da ispezioni della Guardia di Finanza - spiega Pasquale Giglio, direttore di Confesercenti Campania - In alcuni casi gli agenti hanno fatto spegnere perfino le macchinette del caffè e vietato il delivery». Si è scatenato dunque il caos e si sono aperti molti interrogativi sull'ordinanza che, tra l'altro, non cita testualmente il caffè ma parla di «bevande non alcoliche». A seguito dei controlli, lo scompiglio è stato tale che, dopo una richiesta di chiarimenti, l'ufficio del capo di gabinetto della Regione, ieri mattina, ha dovuto inviare una precisazione per spiegare che la consegna a domicilio è «sempre consentita». Caffè salvo, in pratica, ma solo a metà. Altro punto di domanda riguarda l'impasse «dei chioschi e dei supermarket, esclusi dal divieto», come segnalato dallo storico esercente Ulderico Carraturo, membro del direttivo di Fipe. Ore di caos, tra regole, ordinanze e divieti. Dopo le ispezioni nei pubblici esercizi, e lo smarrimento immediato che ne è scaturito, i baristi si sono rivolti ai loro rappresentanti per vederci più chiaro. 

«Abbiamo chiesto al capo di gabinetto del presidente De Luca una specificazione sulla vendita a domicilio del caffè, a seguito dell'ordinanza regionale del 19, valida fino al 23 dicembre - prosegue Giglio - Va ancora sottolineato che il provvedimento, allo stato attuale, è in vigore fino a oggi. Da domani la Campania entra in zona rossa con il resto d'Italia: di conseguenza il 24 e il 25 l'asporto torna consentito, a meno che non arrivi un'altra ordinanza della Regione a vietarlo». Dopo la mail di Confesercenti, la risposta di Palazzo Santa Lucia arriva entro qualche ora: «Con riferimento a quanto richiesto - si legge nel messaggio inoltrato all'associazione di categoria dall'ufficio del capo di Gabinetto della Regione Maurizio Borgo - si evidenzia che è sempre consentita la vendita a domicilio». In ogni caso, di fatto, tantissimi napoletani non hanno rinunciato al caffè d'asporto, che l'ordinanza 98 vieta a partire dalle 11. Basta scegliere un marciapiede e camminare qualche minuto per scoprire fugaci operazioni di asporto sulla soglia degli esercizi commerciali e dei palazzi. Succede in tutte le zone della città, anche all'esterno di Palazzo San Giacomo, ben presidiato da vigili e agenti: ieri qui, verso mezzogiorno, una signora ha zuccherato e bevuto di soppiatto un caffè fuorilegge. Dopo l'iniziativa del delivery in piazza Vittoria durante le barricate dei ristoratori la scorsa domenica, ieri «in piazza Municipio, Aldo Maccaroni, presidente di Chiaia Night, la consigliera comunale Laura Bismuto e altri esercenti - aggiunge Carraturo - hanno ordinato insieme a me simbolicamente un caffè d'asporto nell'androne di un palazzo, che è proprietà privata e non contravviene a nessuna delle assurde regole regionali. L'ordinanza è poco chiara su un punto: tecnicamente vieta di vendere ai bar, ma non a chioschi e supermarket, che hanno un diverso codice Ateco. Una penalizzazione assurda per la nostra categoria».

Mentre le vie dello shopping sono stracolme, alle 10,50 c'è l'assalto alle ultime gocce di caffè legale. La corsa all'ultimo sorso è puntuale, visto che alle 11 in punto la tazzina e il bicchiere monouso diventano illegali. Caos normativo e tazzine fuorilegge a parte, sono due le critiche che in queste ore animano i commercianti del caffè, e riguardano la durata e le funzioni del provvedimento: «Il divieto, fatto per un lasso di tempo tanto breve, ci lascia con un enorme punto interrogativo - spiega Massimiliano Rosati, socio del Gambrinus e del Caffè San Ferdinando - via Toledo è strapiena di gente, non si capisce perché vietare il caffè possa aiutare nella lotta al virus. Certo, il caffè fa aggregazione, ma l'aggregazione c'è a prescindere, in queste ore, nelle vie dello shopping. La Regione avrà i suoi motivi, ma sinceramente non li ho ancora capiti». L'ordinanza anti-Covid 98, che ha vietato la riapertura dei ristoranti e il caffè, cesserà domani (salvo contrordini della Regione). Con l'inasprimento delle restrizioni, si sono intensificati i controlli anti virus in città: negli ultimi 3 giorni i carabinieri hanno sanzionato 143 cittadini per assembramenti, mancanza di dpi e violazione del coprifuoco.

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Il Mattino