Barellopoli all'Obi del Cardarelli, è emergenza anche Loreto Mare e San Paolo

Cardarelli, Obi
Era nato per ridurre il fenomeno ‘barelle’ e invece il reparto Obi, osservazione breve intensiva inaugurato 3 anni fa nel presidio sanitario...

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Era nato per ridurre il fenomeno ‘barelle’ e invece il reparto Obi, osservazione breve intensiva inaugurato 3 anni fa nel presidio sanitario ‘A.Cardarelli’, è diventato quasi un ospedale da campo. Alla vigilia di influenze stagionali che spesso costringono anziani a veri e propri ricoveri, il reparto al piano terra dell’edificio Dea, è intasato da barelle. Le lettighe di fortuna ostruiscono punti chiave del reparto come le uscite di sicurezza, l’ingresso ed i corridoi che dovrebbero essere sempre liberi e sono adagiate persino davanti alle stanze dei medici e del personale sanitario, bloccandone le porte. La recrudescenza della barellopoli napoletana non risparmia altri nosocomi cittadini quali l’ospedale ‘San Paolo’, in via Terracina a Fuorigrotta, ed il suo opposto sul versante di Napoli est in via Vespucci, il ‘Loreto Mare’. 


Alle 22.00 di ieri sera nel presidio che abbraccia l’utenza di Bagnoli, Agnano, Pianura e Fuorigrotta erano esaurite tutte le barelle a disposizione nel pronto soccorso e nei reparti. ‘Siamo rimasti sguarniti e con i reparti di chirurgia, ortopedia e medicina generale e d’urgenza pieni di barelle- denuncia Massimo Rotondo del sindacato Nursing Up- infatti dall’ospedale San Paolo è stato mandato stanotte un fax alla centrale operativa del 118 per non far arrivare più pazienti’. Gravissimi disagi si registrano anche al Loreto Mare dove il personale sanitario ha rendicontato l’utilizzo di 30 barelle distribuite tra i reparti di medicina e chirurgia, endemicamente saturi. ‘Siamo arrivati ad un’emergenza tale che cerchiamo di riciclare le barelle guaste- fa notare Marianna Paparo della Uil aziendale del Loreto- sopperiamo alla carenza di posti letto e all’eccessivo numero di pazienti, riutilizzando barelle difettate e facendo molta attenzione a recuperare quelle che pur se malridotte non mettono a rischio i pazienti’.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino