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Non è uno Steinway qualsiasi quello che suonerà Daniel Barenboim al San Carlo nei suoi due recital (oggi alle 20.30, domani alle 18). Il celebre direttore d'orchestra (arrivato ieri sera, in ritardo sul ruolino di marcia previsto) viaggia infatti con il suo pianoforte dove al posto del nome della ditta che lo ha costruito c'è il suo, Barenboim. È uno strumento a gran coda sviluppato dal costruttore belga Chris Maene con il supporto della Steinway & Sons e realizzato in diciotto mesi e 4000 ore di lavoro. Una tastiera speciale, ha corde dritte e parallele invece che in diagonale come nei pianoforti tradizionali, anche i martelletti sono stati appositamente progettati. «Il suono è come quello di un'orchestra», ha detto il celebre musicista di origini argentine che finora non ha mai suonato al San Carlo e a Napoli è stato solo una volta, giusto sessant'anni fa, quando nel 1956 prese parte al concorso pianistico Casella. Avendo solo quattordici anni fu premiato dalla giuria ma non potè vincere né esibirsi al San Carlo. «Questo è un sogno che si avvera», ha detto il maestro che per l'occasione ha scelto di eseguire alcune tra le pagine più intense del repertorio romantico. A partire dalle Sonate di Schubert in La minore D 537 e La maggiore D 959 per passare a Chopin ( Ballata n. 1) e Liszt: Funérailles n. 7 e Mephisto-Waltz n. 1 «La danza nella locanda del villaggio». Una lieve variazione è prevista per la serata di domenica quando ad aprire il concerto sarà ancora Schubert ma con la Sonata in si bemolle maggiore D 575.
Il Mattino