Un grosso incendio è divampato nelle aree verdi pubbliche accanto al parco di villa Letizia a Barra, nella periferia orientale della città. A fuoco non solo le...
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Il giorno dopo il rogo lo spettacolo è ancora più devastante. Ancora forte l’odore acre che ha reso irresponsabile l’aria per diverse ore. Le fiamme hanno completamente avvolto il gazebo di legno, che insiste proprio al centro delle aiuole, così come l’altalena e ciò che resta di vecchie giostre per bambini. Anche diverse palme sono state interessate dalle lingue di fuoco.
Scempio senza fine per l’area ridotta a discarica a cielo aperto da anni. Nei viali e nelle aiuole c’è qualsiasi tipo di rifiuto: scarti di lavori edili, carcasse di veicoli, pezzi di legno, plastiche. “Zona videosorvegliata” si legge su un cartello fissato al palo dell’illuminazione nel parcheggio. Degli occhi elettronici nemmeno l’ombra: solo tanti cumuli di rifiuti, una distesa di materiali più volte data alle fiamme, così come è capitato nelle ultime ore. Negli ultimi mesi la quantità di rifiuti è aumentata considerevolmente. Chiunque accede nella struttura direttamente col proprio veicolo per liberarsi della “monnezza” e di materiali speciali. A terra anche i faldoni di documenti di una fondazione: ci sono tracce che potrebbero aiutare a capire chi li ha sversati illecitamente. L’area, nonostante i pericoli, è frequentata da gruppi di giovanissimi e coppiette.
Un muro perimetrale, ripristinato recentemente, divide l’area interessata dall’incendio dal parco di villa Letizia. In quest’ultimo sono in corso interventi di riqualificazione da parte della VI municipalità. Inoltre il consiglio comunale di Napoli ha approvato, il 7 agosto, la delibera di giunta numero 317 con la quale si finanzia il ripristino dell’impianto di illuminazione. È stata messa a disposizione una somma di trentamila euro per realizzare l’impianto «in modo da consentire ai cittadini di fruire del parco anche nelle ore serali» e per fare da deterrente per ulteriori atti vandalici. Per la riapertura occorrono ancora diversi mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino