Si è svolto questa mattina il tour tra le ville vesuviane della periferia napoletana. Un viaggio nel cuore di Barra alla riscoperta dell’importante patrimonio che...
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L’iniziativa – promossa dalle associazioni “Passione infinita”, “Noi per Barra” e “Capodanno barrese” – ha voluto far conoscere ad appassionati e curiosi la storia del posto e delle sue antiche dimore e del fitto tessuto del centro storico che si dipana lungo l’asse viario di corso Sirena. Nel corso dei decenni molte delle originarie costruzioni sono state frazionate e i terreni lottizzati per rispondere alle sempre maggiore richiesta di case: ciò ha portato alla trasformazione di Barra da piccolo sobborgo con vocazione agricola a periferia di una grande città, quella di Napoli.
La visita di questa mattina era guidata da Romano Marino, appassionato di storia che, ancora oggi, cerca di ricostruire le verità sulle origini e sulle tante vicende che hanno interessano questo territorio. La visita è partita dalla Chiesa del Fanciullo dove è esposto il quadro del Solimena. Poi il giro è proseguito nel Convento dei Domenicani e a Villa Pignatelli di Montelone costruita nel ‘700 e al cui progetto hanno lavorato i più importanti architetti attivi a Napoli, tra cui il Sanfelice e il Fuga. Ancora: l’esterno di Villa Filomena, di Palazzo Bisignano-Villa Roomer, di Palazzo Spinelli, della Chiesa di Sant’Attanasio, della Chiesa di Sant’Anna del ‘600, e della Chiesa e del complesso di Sant’Antonio del ‘500, attuale sede degli uffici municipali. In ultimo la Chiesa di San Domenico di origine del ‘300.
«Il ricavato del tour sarà utilizzato per ristrutturare e recuperare le targhe storiche delle chiese del nostro quartiere – ha detto Vincenzo De Micco, uno degli organizzatori - Grazie al piccolo contributo di chi è intervenuto possiamo realizzare questo progetto che ci auguriamo di consentirci di essere utili. Noi – ha aggiunto - cerchiamo di creare un volto diverso per Barra: speriamo di aver dato un inizio e che possa esserci un seguito anche insieme alle altre istituzioni per far sì che questo posto possa vedere un po’ di luce».
Una ricchezza immensa da salvaguardare e tutelare anche attraverso spontanee iniziative come quella di stamane. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino