Bassolino candidato alle primarie Pd, il Nazareno pronto al braccio di ferro

Pronti al braccio di ferro, pronti allo strappo mettendo anche nel conto di non vincere purché si vada alle elezioni con un nome che sia nel segno del rinnovamento. ...

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Pronti al braccio di ferro, pronti allo strappo mettendo anche nel conto di non vincere purché si vada alle elezioni con un nome che sia nel segno del rinnovamento.




Al Nazareno non hanno infatti alcuna intenzione di infilarsi in un altro caso De Luca con il suo strascico di veleni. E per questo a prendere in mano le redini sono stati i vertici nazionali del Pd. Una exit strategy che si appalesa sabato sera, a distanza di qualche ora dall’annuncio di un ritorno in campo dell’ex governatore. È direttamente Matteo Renzi a dettare la linea e a far battere dall’Ansa quell’anonimo «non gradimento» su Bassolino facendo poi esporre la linea ai suoi due vice Guerini e Serrachiani che si muovono in sincrono: «Proporremo in segreteria di non far correre chi è già stato sindaco», dicono in sincrono in due distinte interviste.



Un fuoco di fila non solo per smuovere le acque e vedere l’effetto che fa, come sostiene qualcuno, ma per imporre pubblicamente la strategia del capo a Roma (con Marino) e all’ombra del Vesuvio. Linea discussa solo con i fedelissimi e tenendo all’oscuro anche il gruppo dei giovani turchi. Come? Da settimane sulle nuove regole per le primarie ci lavora informalmente una commissione.



È stato già deciso di restringere la platea dei votanti: ai gazebo ci andrà solo chi potrà andare poi realmente ai seggi, quelli veri. Basta sedicenni, basta extracomunitari per evitare il ripetersi dei casi Napoli (2011) e Liguria quest’anno. Più difficile restringere ai soli iscritti in attesa del perfezionamento degli albi ma, nel frattempo, l’idea di stoppare i candidati ex.



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Il Mattino