«Qualcuno conosce un fabbro per far saldare la batteria della macchina?». Il post compare qualche giorno fa su Facebook, in un gruppo dedicato a Bagnoli. Una domanda...
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I furti di ruote, che si credevano ormai scomparsi, sono tornati con prepotenza: l’ultimo caso ieri mattina, quando in via Crispi alcuni automobilisti hanno trovato la vettura sui classici quattro mattoni, ma di recente è successo in tutta la città, con picchi tra il pendio di Agnano, Bagnoli e Fuorigrotta, anche in parchi privati protetti da cancelli, facendo presumere che, specie in questa zona, tutto sia riconducibile allo stesso gruppetto di persone. Ora alle preoccupazioni dell’automobilista si unisce quella di venire derubato persino della batteria e, in qualche caso, anche più di una volta.
La scena è sempre la stessa. Il povero cittadino esce di casa, per andare al lavoro o per qualche commissione. Se non trova la serratura scassinata o il finestrino in frantumi non si accorge di niente. Pensa che si siano scaricate le pile del telecomando, si siede, gira la chiave. Il quadro, però, non dà nessun segno di vita. Così chi è più pratico cerca di individuare il guasto, gli altri chiamano il meccanico. E, quando si alza il cofano, la rivelazione: i cavi che penzolano, il vano batterie vuoto. Episodi del genere sono stati segnalati a macchia di leopardo in città e anche per questa tipologia di furti pare che a Bagnoli si stia registrando un picco preoccupante. Gli allarmi arrivano, solo per citare alcuni dei casi, da via Enea, piazza Salvemini, via Tacito, via Diomede Carafa, via Eurialo, via di Pozzuoli, via Terracina. Di solito i furti avvengono a notte fonda e in special modo in quelle zone dove, negli ultimi tempi, i lampioni sono rimasti spenti.
Ma i ladri non aspettano sempre il buio: a viale Kennedy è successo anche in pieno giorno. Non tutti, però, si sono rivolti alle forze dell’ordine. Le difficoltà della mancata denuncia sono due: la prima è che, quando non viene segnalato il furto, le forze dell’ordine non hanno strumenti per mappare il fenomeno e quindi intervenire. La seconda è che per rubare una batteria ci vogliono pochi istanti e, senza conoscere le zone dove i furti sono più frequenti, diventa difficile cogliere i ladri in flagrante. Il danno per la vittima può essere alto: circa sessanta euro quando il ladro riesce ad aprire il cofano senza danneggiarlo, diverse centinaia quando invece, per accedere alla levetta nell’abitacolo, distrugge la serratura o sfonda il finestrino. Dalle batterie rubate viene recuperato il piombo: dentro ce ne sono almeno 5 chili, circa il 60% del peso totale, e il suo valore di mercato è di 1995,50 euro a tonnellata. Ogni batteria vale quindi poco più di 10 euro, i ladri la rivendono a 5. E gli abitanti cercano di correre ai ripari: qualcuno cerca un fabbro per farsi saldare delle staffe di protezione, altri decidono di ingabbiare la batteria con catene e catenacci. Ma inizia a farsi strada una terza idea, dettata dall’esasperazione: ronde notturne, per cogliere i criminali sul fatto e farsi giustizia da soli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino