Bengalese aveva lavoratori a nero in fabbrica di vestiti, denunciato

La fabbrica sequestrata
CASANDRINO - Il titolare di una ditta di confezionamento di abiti da donna per ridurre i tempi di lavorazione e i costi di produzione aveva deciso di utilizzare quasi la metà...

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CASANDRINO - Il titolare di una ditta di confezionamento di abiti da donna per ridurre i tempi di lavorazione e i costi di produzione aveva deciso di utilizzare quasi la metà dei lavoratori “a nero”. Nel suo opificio su 14 operanti 6 non erano stati messi in regola e quindi non godevano di assistenza e previdenza.




I 6 sfruttati sono 2 donne italiane e 4 cittadini extracomunitari. Dei 4 stranieri, inoltre, 2 sono sul territorio italiano in stato di clandestinità. È quanto emerso a Casandrino, nel napoletano, durante controlli dei Carabinieri della Stazione di Grumo Nevano effettuati insieme a colleghi del Nucleo Tutela Lavoro di Napoli per contrastare sfruttamento di manodopera clandestina e accertare se fossero applicate le protezioni e le precauzioni previste dalle Norme per la prevenzione e la tutela della salute e per la sicurezza sui luoghi di lavoro.



Il titolare dell’attività in via Bachelet, un cittadino 37enne originario del Bangladesh, è stato denunciato per violazioni in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché per l’impiego di manodopera clandestina. La sua attività imprenditoriale è stata sospesa. Oltre alle denunce sono state comminate 28 sanzioni penali per un ammontare complessivo di 156.808 euro e contestate 112 violazioni amministrative per 41.400 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino