Beni confiscati alla camorra, a Quarto nasce Casa Mehari: così i giovani sfrattano il boss

Beni confiscati alla camorra, a Quarto nasce Casa Mehari: così i giovani sfrattano il boss
«Mehari-Casa della Legalità e delle associazioni di Quarto»: porterà il nome dell'auto di Giancarlo Siani, per decisione dell'amministrazione...

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«Mehari-Casa della Legalità e delle associazioni di Quarto»: porterà il nome dell'auto di Giancarlo Siani, per decisione dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Sabino, l'immobile confiscato al boss Nicola Imbriani, pezzo da novanta del clan Polverino, acquisito da qualche mese al patrimonio del municipio flegreo. Ieri nella grande villa con piscina il primo cittadino di Quarto - nel ricordare la figura del cronista nel 36esimo anniversario del suo omicidio per mano della camorra - ha voluto accanto a sé i referenti del mondo della scuola, del lavoro e delle parrocchie del territorio. «Era doveroso - ha esordito Sabino - ricordare Giancarlo Siani in questa imponente villa confiscata al clan Polverino-Nuvoletta. Un immobile che abbiamo completamente ripulito e che nei prossimi giorni metteremo a bando per assegnarlo ai gruppi di associazioni o cooperative che ne faranno richiesta. Premieremo - ha spiegato - i progetti che puntano a protocolli di intesa con scuole del territorio, con il Consiglio comunale dei ragazzi e con gli ordini professionali, a cominciare dall'Ordine dei giornalisti, per fortificare un'etica della cosa pubblica e il senso di comunità che si ribella alle mafie». Una sede che sia popolata di scolari e studenti, aperta a scuole e parrocchie, dove si respiri legalità e impegno nella costruzione di un futuro migliore. «Stiamo lavorando sodo per offrire opportunità concrete e reali ai cittadini», ha aggiunto il sindaco, che però non ha nascosto difficoltà e preoccupazioni, senza perdere l'occasione di chiedere «alle forze dell'ordine e alla prefettura di tenere altissima l'attenzione su questo territorio»: a Quarto, ha spiegato, «siamo alla vigilia di una serie di attività di ripristino pieno della legalità e di investimenti per lavori pubblici per milioni di euro. Noi andiamo avanti - ha concluso Sabino - e sono contento che al mio fianco ci siano l'intera giunta, il presidente del Consiglio comunale e molti consiglieri comunali. È una battaglia senza distinzioni politiche». 

Un incontro dal sapore altamente simbolico, quello che si è tenuto nel bene appartenuto a Imbriani, per ribadire che la giunta comunale, sul tema del riutilizzo dei beni sottratti alle mafie, non arretrerà di un millimetro. Non sono parole casuali: al sindaco infatti sono arrivati messaggi intimidatori via social, mentre preoccupano recenti scarcerazioni di personaggi di primo piano della malavita locale, da sempre inserita nel contesto delle consorterie criminali dei limitrofi comuni di Marano e Pozzuoli. Il timore è che la recente scarcerazione di Imbriani, che ha scontato una pena a 12 anni di reclusione, e quelle di altri affiliati ai clan egemoni in zona, possano in qualche modo rallentare i processi - all'insegna della legalità e della rivalutazione del territorio - ben avviati in questi ultimi mesi. La giunta comunale, infatti, si era già segnalata per il progetto Albergo diverso, affidato a persone diversamente abili e realizzato in un altro immobile sottratto ai tentacoli della camorra, la villa di Roberto Perrone, oggi collaboratore di giustizia ma per anni braccio destro del super boss Giuseppe Polverino. Ma anche per il progetto di partnership con l'Asl Napoli 2 nord e la Regione, volto a creare un centro sanitario pubblico territoriale in un complesso di cinque ville un tempo occupate dagli affiliati delle cosche locali. 

Un altro step sarà aggiunto nella giornata di oggi, quando l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati consegnerà al Comune di Quarto una villa che sarà sgomberata in mattinata e la cui proprietà è riconducibile a Giuseppe Perrotta, altro personaggio di spicco del clan Polverino. I familiari del noto malavitoso hanno più volte proposto istanza di differimento dello sgombero, che sono però state bocciate sia dall'Agenzia Nazionale per i beni confiscati che dal municipio di Quarto. Anche questo bene sarà destinato ad attività sociali e presto, come confermato dai funzionari del Comune, sarà emanato il relativo bando per l'affidamento. Tra due settimane, infine, è previsto lo sgombero di una villa ancora oggi occupata dai familiari di Perrotta. Un impegno notevole sotto gli aspetti della programmazione, della presa in carico e della successiva assegnazione, decisamente in controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto della provincia napoletana. E non a caso proprio con Sabino e i funzionari del municipio flegreo il prefetto Marco Valentini ha voluto organizzare, convocandolo per questa mattina, uno dei suoi ultimi incontri prima del suo imminente addio a Napoli.

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Il Mattino