Riaperture, agli Scavi di Pompei e sul Vesuvio visite negate ai turisti: biglietti, beffa e rabbia

Una giornata di caos e rabbia, di turisti bloccati e visite negate agli Scavi di Pompei e al Gran Cono del Vesuvio per una questione di biglietti.  ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una giornata di caos e rabbia, di turisti bloccati e visite negate agli Scavi di Pompei e al Gran Cono del Vesuvio per una questione di biglietti. 

A Pompei, ieri trenta studenti stranieri del progetto Erasmus sono rimasti fuori per la regola della prenotazione a 24 ore. Delusi e arrabbiati i giovani, tra i 20 e i 30 anni, hanno dovuto rinunciare al sogno della visita. Tutto questo mentre il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, visitava gli Scavi accompagnato dal direttore generale del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel. 

Sabato sera i trenta ragazzi hanno deciso di visitare Pompei. Ieri alle 9 sono partiti da Napoli, felici ed emozionati, ma ignoravano che, una volta giunti alla biglietteria di piazza Esedra, il loro sogno sarebbe stato infranto. «Ci dispiace - gli è stato comunicato - ma senza prenotazione non potete entrare. Sono le regole anti Covid-19». I ragazzi hanno provato a insistere. «È giusto rispettare le norme - dicono - ma tali restrizioni sono state concepite per evitare assembramenti all’interno del sito. Ma alla biglietteria c’eravamo solo noi». Come loro anche tante famiglie, che non sapevano dell’obbligo della prenotazione preventiva di 24 ore, hanno dovuto rinunciare all’avventura tra le antiche vestigia. In effetti, per le visite del sabato e della domenica il biglietto deve essere acquistato il giorno prima, esclusivamente on line sul sito www.ticketone.it. «Ma negare la visita ai turisti non giova di certo all’economia di una città in ginocchio per la crisi - evidenziano i tour operator -. Ci vorrebbe un po’ di buon senso. Considerato che in quel momento il numero dei turisti non era tale da destare preoccupazioni nel rispetto del distanziamento e degli assembramenti, si poteva concedere una deroga e consentire ai giovani di visitare il Parco archeologico».

Ma ad essere beffati sono stati anche i turisti che il biglietto l’avevano regolarmente comprato. È successo ieri sul Vesuvio, dove a un gruppo di visitatori è stato negato l’accesso. Il motivo? Ingresso interdetto per un evento (una cronoscalata)  non comunicato. Ieri mattina alcuni gruppi hanno protestato davanti ai tornelli a quota mille. L’interruzione riguardava la fascia oraria dalle 9 alle 13 e gli addetti, quando i turisti fin dalle 9 si sono presentati all’ingresso convinti di poter entrare perché in possesso di regolare biglietto, hanno dovuto spiegare loro che non avrebbero potuto effettuare l’escursione. Attoniti e delusi i turisti si sono lamentati, alcuni volevano scavalcare i cancelli, altri hanno obiettato che la cronoscalata non riguardava il cratere. A questo punto gli addetti ai tornelli sono stati costretti a chiamare i carabinieri per far ritornare l’ordine. La tiritera è andata avanti fino alle 13, con l’arrivo di altri gruppi che hanno avuto la stessa reazione.

Dopo le 13 visite sono riprese regolarmente. In realtà lo stop alle visite era stato comunicato dall’Ente Parco sul proprio sito due giorni prima in seguito all’ordinanza del 27 aprile del Comune di Ercolano che disponeva la chiusura della strada per la cronoscalata. Il Parco ha quindi sospeso la vendita dei biglietti sul sito Vivaticket, ma molti visitatori avevano già effettuato l’acquisto prima del blocco. Inoltre, la cronoscalata organizzata dal Comune non era stata pubblicizzata e questo ha contribuito all’equivoco. I turisti non erano al corrente della competizione sportiva e del divieto, per cui sono saliti a quota mille certi che tutto fosse regolare. Magra consolazione, il rimborso dei biglietti. «Abbiamo comunicato lo stop alle visite e fermato la vendita dei biglietti - dice Agostino Casillo, presidente dell’Ente Parco - non appena abbiamo avuto l’ordinanza del Comune. Inoltre, i visitatori che non sono potuti entrare potranno fare richiesta di rimborso direttamente sul sito del Parco nazionale». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino