Casoria. Avvisi di chiusura indagine per l'ex sindaco di Casoria Vincenzo Carfora, per tutti i componenti dell'allora giunta - tra questi anche Tommaso Casillo, attuale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In quel 2013, l'amministrazione approvò il rendiconto di bilancio per l'anno precedente, inserendo tra le entrate circa 29 milioni di euro, come crediti derivanti da multe stradali accumulate tra il 2000 e il 2011. Un artifizio contabile, perché quella somma era di fatto aleatoria e non strutturale, al fine di fare fronte a spese previste per circa 15 milioni, ed evitare così di sforare il patto di stabilità. Per questo episodio la Procura di Napoli Nord ha indagato oltre all'allora sindaco anche Sergio D'Anna, Valeria Esposito, Tommaso Casillo, Antonio Lanzano, Mariano Marino e Pasquale Tignola, componenti della giunta, che approvarono la delibera di giunta sul bilancio «dopato» dai 29 milioni di euro delle multe. Stesso reato contestato ad Alfonso Setaro, responsabile del settore finanziario del Comune che diede parere di regolarità tecnica della delibera incriminata e a Bonaventura Tralice, Luigi Maiello e Ciro Di Matteo, revisori dei conti, che nella loro relazione non ebbero nulla da contestare su quella somma iscritta a bilancio.
La sfilza di avvisi di chiusura indagine continua con Raffaele Bene, Marco Colurcio, Gianluca Cortese, Stefano Ferrara, Salvatore Iodice, Massimo Mileto, Raffaele Petrone, Orsino Esposito, Giuseppe Monaco, Rosa Sosio, Andrea Capano, Aniello Cerbone, Paolo Pugliese, consiglieri della maggioranza Carfora, che approvarono la delibera dei 29 milioni di euro «fantasma», per non sforare il patto di stabilità, in modo tale «da non decurtarsi il gettone di presenza», che sarebbe stato seguito dal ridimensionamento dello stipendio del sindaco e assessori. E infatti ancora l'ex sindaco Carfora, con Alfonso Setaro, quale dirigente del settore finanziario del Comune, Bonaventura Tralice, Luigi Maiello e Ciro Di Matteo, revisori dei conti, hanno ricevuto il provvedimento perché attestarono il rispetto del patto di stabilità per l'anno finanziario 2012, con l'aggravante di aver così favorito «l'ingiusto vantaggio per i consiglieri comunali, sindaco e assessori» che non si ridussero gettone di presenza e stipendi, decurtazione che scatta nel momento in cui si sfora il patto di stabilità.
L'indagine è ora nelle battute finali, perché devono essere ascoltati dai magistrati solo alcuni degli indagati. Poi inevitabilmente scatterà la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm, visto che essi non hanno ritenuto, per nessuno degli indagati, proporre un decreto di archiviazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino