«Nella giornata di venerdì 18 gennaio presso l’Ospedale Cotugno, è stato ricoverato un piccolo paziente di 6 anni, trasferito dall’ospedale...
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Lo comunica Antonio Giordano, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. Attualmente, la situazione epidemiologica italiana vede la co-circolazione di più virus influenzali, ma il virus influenzale A rappresenta il 99% dei virus influenzali responsabili dell’epidemia (il virus B rappresenta piccola parte); del virus influenzale A il 64% circa è H1N1 ed il 35% da altri sottotipi (H3N2 e ceppi non sotto tipizzati). L’influenza è da sempre una malattia che può essere anche molto grave, specialmente nei pazienti considerati a rischio (obesità, presenza di cardiopatie, donne in gravidanza, soggetti immunodepressi ecc.) per i quali è prevista la vaccinazione, consigliata anche agli operatori sanitari, che va eseguita nel mese di novembre e nelle prime due settimane di dicembre per permettere di sviluppare una risposta immunitaria, che impiega circa 15-21 giorni, nel periodo di picco influenzale che, solitamente, è previsto a gennaio.
L’influenza varia la sua composizione antigenica molto frequentemente e, pertanto, è necessario vaccinarsi tutti gli anni. L’unica vera arma di profilassi, infatti, è certamente la vaccinazione anti-influenzale che, quest’anno, era composta da almeno due antigeni contro l’influenza A (compreso H1N1) e almeno un antigene contro l’influenza B nel vaccino trivalente, o due antigeni conto la B nel tetravalente. L’influenza, purtroppo, può evolvere in forme molto gravi, specialmente nei casi da Virus A sottotipo H1N1, nei pazienti considerati a rischio.
Il virus si può trasmettere attraverso le secrezioni respiratorie di grandi dimensioni, pertanto più che la trasmissione aerea è importante quella da contatto.
Il Mattino