Spacciatore di professione, topo d’appartamento nel tempo libero. Ritorna agli onori della cronaca Arturo Equabile, 26 anni, il ragazzo che i carabinieri stavano cercando...
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L’organizzazione a conduzione familiare è stata ricostruita anche grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di Giustizia, che hanno svelato il ruolo dei diversi componenti della famiglia Equabile nel narcotraffico “in subappalto”. Riferimento e contatto coi fornitori era, secondo le rivelazioni, Domenico Equabile, che, una volta scarcerato dopo una lunga condanna proprio per droga, aveva chiesto ai Cutolo di occuparsi di una della piazza di spaccio di via Tertulliano. Gli accordi prevedevano l’acquisto della cocaina dal clan Cutolo o, in alternativa, il versamento di una somma settimanale tra i 1.250 e i 1.500 euro qualora la droga fosse stata acquistata da altri fornitori.
La vendita, hanno ancora spiegato i collaboratori, con un volume tra i 50 e i 55 chili mensili, proseguiva senza interruzioni, di giorno e di notte, organizzata in turni; quando i figli non erano “in servizio” in via Tertulliano si dedicavano alla seconda attività, ovvero i furti in appartamento.
Arturo Equabile era diventato “famoso” nel settembre 2014, quando, dopo un inseguimento, una pallottola partita dalla pistola di un militare uccise sul colpo Davide Bifolco.
All’epoca evaso dai domiciliari a cui era sottoposto per l’accusa di furto, ma i carabinieri lo avevano visto in casa di una parente e lo stavano cercando; poco dopo avevano incrociato lo scooter su cui viaggiava Bifolco e, credendo di vedere tra i tre in sella anche il latitante, si erano lanciati all’inseguimento. Equabile, da ricercato, si difese rilasciando una intervista in cui affermava di non essere stato al Rione Traiano e in cui parlava di un colossale equivoco e di non avere nulla a che fare col furto che gli veniva imputato. Fu arrestato pochi giorni dopo a Casoria, mentre andava a un appuntamento con la fidanzata. Un anno dopo, nell’agosto 2015, finì di nuovo in manette: fu sorpreso in una casa di Soccavo mentre, con due complici, stava tentando di scassinare una cassaforte.
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Il Mattino