Hanno descritto nei minimi particolari l'agghiacciante scena che si sono trovati davanti quel tragico 27 gennaio, nell'abitazione di Cardito (Napoli) dove, appoggiato sul...
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A Badre gli inquirenti contestano i reati di omicidio (di Giuseppe), il tentato omicidio della sorellina e i maltrattamenti. Di comportamento omissivo è invece accusata Valentina Casa. La prima persona ad entrare in casa dopo gli agenti, quel giorno, fu la sorella di Badre: intendeva prendere la sorellina di Giuseppe per portarla a casa sua ed evitarle così altri choc. Ha poi risposto alle domande del magistrato l'agente che ha arrestato Badre: lo riconobbe mentre stava rincasando grazie a una foto mostratagli poco prima da Valentina Casa alla quale aveva chiesto chi fosse il responsabile dell'accaduto.
Ascoltati anche gli agenti che hanno eseguito i sequestri e l'agente della Polizia Scientifica che fece i rilievi fotografici: anche lui ha descritto l'abitazione, nella sua completezza, soffermandosi sulla cucina dove Giuseppe venne trovato. Illustrati e descritti anche i reperti sequestrati, tra cui figurano le tracce di sangue rinvenute in casa, il bastone della scopa, presumibilmente usato per colpire Giuseppe, e gli asciugamani intrisi di sangue trovati nel bagno. Ascoltato anche l'agente che fece i rilievi fotografici sulla sorellina di Giuseppe, sui lividi che aveva sul corpo, riscontrati anche nell'ospedale Santobono dove la bimba venne ricoverata. Nella prossima udienza, in programma il 30 ottobre, saranno ascoltati altri agenti della polizia giudiziaria e i vicini di casa del piccolo Giuseppe. (ANSA).
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Il Mattino