Boato ai Colli Aminei, un nuovo cartello terrorizza il quartiere

Boato ai Colli Aminei, un nuovo cartello terrorizza il quartiere
Ci avevano già provato un po' di tempo fa, si erano fatti vivi, nel peggiore dei modi. Da queste parti - come si racconta in ambienti di camorra - avevano fatto la...

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Ci avevano già provato un po' di tempo fa, si erano fatti vivi, nel peggiore dei modi. Da queste parti - come si racconta in ambienti di camorra - avevano fatto la cosiddetta bussata di porta, mostrando le proprie intenzioni, la propria strategia. Poi, lunedì notte il secondo round, di quella che potrebbe essere una sorta di escalation a sfondo estorsivo, firmata dalla camorra. Anzi: riconducibile a una sorta di gruppo misto, un cartello che sta facendo sentire la propria presenza a una serie di esercizi commerciali dell'intera area collinare. È questa la pista battuta dagli inquirenti, per dare una lettura a quanto avvenuto lunedì notte ai Colli Aminei.

Due giorni fa, tempo immobile cristallizzato dal lockdown napoletano, quando scoppia l'inferno. In un negozio di caldaie, qualcuno mette in funzione un ordigno esplosivo. Non si tratta di un congegno di ultima generazione, ma di un pacco bomba confezionato alla men peggio, qualcosa di artigianale, a dimostrazione del fatto che anche l'esplosione di due notti fa valeva ancora come un avvertimento chiarificatore di una certa strategia.

Tensione a fette, in collina. E non è la prima volta in queste settimane di silenzio e attesa per un futuro diverso, con decine di saracinesche abbassate e tanti locali commerciali irrimediabilmente chiusi. E l'ultima zampata arriva poco dopo le nove di sera. Un boato. Poi le fiamme. Inchiesta in corso, al lavoro la Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, ieri convocati dinanzi agli investigatori i titolari del negozio semidistrutto dalle fiamme. Come ha rivelato il presidente della Terza Municipalità, Ivo Poggiani, pochi giorni fa agli stessi proprietari del magazzino qualcuno aveva incendiato l'auto. Sono parti offese, vittime di un episodio di danneggiamento, in uno scenario che ora potrebbe riguardare - per ovvi motivi di competenza - il pool anticamorra della Procura di Napoli. Non è la prima volta che si registrano episodi di questo tipo negli ultimi mesi. Riflettori puntati su un gruppo di Miano, che si sta letteralmente arrampicando in zona area collinare. Racket e droga, dunque: ma soprattutto racket, secondo quanto emerso dalle ultime indagini dei pm. 

Scenario pericolosamente fluido, si va dall'imposizione dei servizi (vigilanza privata in primis), alle forniture alimentari (pane della camorra, secondo quanto emerso da un'indagine recente), a un certo tipo di concorrenza sleale consumata da parte di chi ha alle spalle soggetti in odore di camorra. Colli Aminei, terra di conquista, secondo quanto verificato negli ultimi 14 mesi, al termine di un blitz della Dda. Ricordate la storia dei due clan ngopp e abbasc Miano? Colpito il clan Lo Russo, si sono formati due cartelli rimasti in guerra l'uno contro l'altro. Tutto secondo i peggiori codici criminali che hanno animato le faide al centro e in periferia, con una differenza che non è passata inosservata. Ed è la storia della lista. In pochi mesi - tra il 2019 e il 2020 - polizia e carabinieri hanno colpito gli eredi del clan Lo Russo, puntando alla cassaforte della camorra locale. Decisivo il sequestro di una sorta di libro mastro delle tangenti, che raccontava incassi e sofferenze mese per mese di commercianti del posto sotto estorsione. Prima i Balzano, poi i Cifrone, in uno scenario in cui arresti e condanne, blitz e sequestri non hanno disinnescato la potenzialità offensiva della camorra locale. E non è un caso che ora la stessa lista di nomi da taglieggiare, con tanto di prezzi delle tangenti è passata di mano in mano, tanto che c'è il sospetto che in una parte della città - tra Chiaiano e Arenella - venga esercitato lo stesso pressing criminale nei confronti degli stessi negozianti. Ma torniamo a lunedì notte. Fiamme e paura dopo l'esplosione, un gesto ad alto contenuto simbolico, che impone la regola del silenzio a interi comparti economici puliti della zona. Pressing criminale, bocche cucite in un quartiere borghese, da anni al riparo - anche solo apparentemente - da faide ed evoluzioni sanguinarie. Un quartiere che scopre la paura, che si confronta con l'avvento di nuove leve di una zona mista, che parla poco e punta alla strategia del terrore: contro chi non paga o chi rappresenta un concorrente difficile, quando ti confronti con le regole del mercato.

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Il Mattino