Box auto al Vomero progetto da rifare: l'odissea continua

Box auto al Vomero progetto da rifare: l'odissea continua
La disfida dei garage registra un altro punto per il fronte del no. Il progetto per gli 860 box auto interrati da realizzare nel cuore del Vomero dovrà essere ripresentato...

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La disfida dei garage registra un altro punto per il fronte del no. Il progetto per gli 860 box auto interrati da realizzare nel cuore del Vomero dovrà essere ripresentato nella sua interezza: lo ha deciso la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli, facendo slittare ancora l'inizio delle opere di scavo sotto piazza degli Artisti, via Tino da Camaino e via Casale De Bustis, dove ogni mattina aprono gli ombrelloni del mercatino di Antignano.


 

I TIMORI
«Alcune settimane fa la Sovrintendenza aveva dato parere favorevole sul progetto a stralcio della sola piazza degli Artisti - ricorda Franco Di Mauro, portavoce della Rete No Box - Da subito abbiamo contestato questa procedura, incontrando prima il Comune e poi la Sovrintendenza, poiché quel parere non ricomprendeva via Tino di Camaino e via Casale De Bustis». Ma il comitato composto da associazioni, residenti, commercianti e ambulanti del mercatino aveva sollevato anche un'altra preoccupazione: «Le opere compensative previste nella convenzione stipulata tra il Comune e la Coop Napoli 2000, che dovrebbe costruire i box, non sarebbero state più realizzate se il progetto avesse riguardato la sola piazza degli Artisti», aggiungono. In un colpo solo, così, sarebbero stati cancellati dal progetto un nuovo edificio mercatale in via De Bustis, un parcheggio comunale al primo piano interrato in via Tino di Camaino (150 posti a rotazione per la sosta auto e 86 per le moto) e, nella stessa strada, due servizi igienici pubblici oltre a cabine per l'elettricità ed il gas metano.
RESET
Timori che dalla Sovrintendenza fugano con parole inequivoche: «Si tratta di un vecchio progetto già approvato, ma essendo trascorsi cinque anni senza che sia stato realizzato, il codice dei Beni culturali ci permette di procedere ad una revisione. Il progetto - chiariscono dagli uffici napoletani - è unico, ma è stato suddiviso per step. Ora il Comune ci chiede di rivederlo alla luce dei cambiamenti urbanistici intervenuti in questi anni nella zona, per capire se sussistano le stesse condizioni dell'epoca». Dal Comune, che aveva espresso le proprie perplessità con una delibera poi sconfessata nel 2017 da una sentenza del Consiglio di Stato, spiegano: «Nel 2017 abbiamo chiesto alla Sovrintendenza di esprimersi sull'intero progetto, ma ci è stato detto che serviva un progetto esecutivo. La convenzione con la cooperativa Napoli 2000 prevede una progettazione per stralci e, poiché la Sovrintendenza aveva manifestato l'intenzione di esprimersi su un progetto esecutivo, abbiamo iniziato a mandare quello della sola piazza degli Artisti. Ma noi - chiariscono dall'assessorato alle Infrastrutture - abbiamo sempre chiesto un parere sull'intero intervento: se arrivasse un via libera per piazza degli Artisti e uno stop per gli altri due lotti, andremmo incontro ad un bel pasticcio». Sul tema delle compensazioni, da Palazzo San Giacomo precisano: «La legge Tognoli non le contempla, ma in questo caso sono previste una serie di opere pubbliche connesse al terzo stralcio, quello di Tino da Camaino».
TEMPI LUNGHI

Il progetto complessivo, intanto, si sta riducendo nella direzione delle prescrizioni, piuttosto impegnative, imposte dalla Sovrintendenza. I tempi sarebbero in ogni caso lunghi: per la sola realizzazione del primo stralcio, quello di piazza degli Artisti, occorrerebbero almeno due anni e mezzo. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo. Poco più di un anno fa, del resto, il sindaco si era espresso dribblando le perifrasi: «Sono certo che quei parcheggi non si faranno», aveva scandito pubblicamente. Una posizione sintonizzata sulle frequenze dei contestatori. «Diversi acquirenti otto anni fa hanno dato anticipi di migliaia di euro: al posto loro sarei preoccupato. Tra l'altro, al Vomero esistono già molti parcheggi invenduti», fa notare ancora Di Mauro. Adesso, dopo un braccio di ferro in punta di diritto che va avanti da quattro anni, arriva un reset. E lo stallo continua.
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Il Mattino