Il business della cocaina, filo diretto tra Napoli e Catania

La Dia: accordi tra clan

Blitz al Parco Verde
Un clan di camorra dalla «dimensione ultraregionale», da tempo con le mani su un «consistente volume d'affari nel narcotraffico». L'ultima...

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Un clan di camorra dalla «dimensione ultraregionale», da tempo con le mani su un «consistente volume d'affari nel narcotraffico». L'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia sul secondo semestre del 2022 conferma il peso delle famiglie Sautto-Ciccarelli, clan camorristico egemone a Caivano e al Parco Verde. A leggere le annotazioni della struttura investigativa antimafia nazionale, si capisce quanto quello che fino al 2014 era un gruppo sotto all'influenza del clan Moccia di Afragola sia cresciuto, raggiungendo una dimensione criminale meno «stracciona» da degrado di periferia e più nazionale in rapporti con gruppi della ndrangheta calabrese e della mafia siciliana. Un quadro chiaro, ormai, alla Dia.

Nel rione San Berillo Nuovo a Catania, il redditizio spaccio di droga è controllato dalla famiglia dei Distefano che guida la cosca mafiosa dei Cursoti-Milanesi. Con i Cappello-Bonaccorsi gestiscono la vendita anche della cocaina a Catania. La materia prima arriva dalla Campania, come ha accertato un'inchiesta catanese del novembre scorso. E i fornitori, che di cocaina sono in grado di trattarne a fiumi, sono i Sautto-Ciccarelli del Parco Verde di Caivano. Due arrestati, Lorenzo Cristiano Monaco e Luigi Scuderi, ritenuti affiliati alla cosca siciliana Cappello-Bonaccorsi, secondo gli inquirenti catanesi avrebbero lavorato in «joint-venture» con i clan di Caivano. E un ruolo, nel tempo, lo avrebbe avuto nel trasporto di cocaina dalla Campania alla Sicilia anche il corriere napoletano Salvatore Sanges, arrestato nel 2019 con tre chili di cocaina. E scrive la Dia nella sua ultima relazione: «Il sodalizio Sautto-Ciccarelli avrebbe approvvigionato anche alcune piazze di spaccio catanesi grazie ai consolidati rapporti con i sodalizi attivi nell'area etnea».

La Dia conferma che il clan guidato dai fratelli Giovanni, Antonio e Domenico Ciccarelli, alleato con il gruppo di Nicola Sautto, abbia ormai raggiunto una dimensione affaristico-criminale che va oltre la provincia napoletana. Non a caso, anche nell'ultima relazione della Dia si parla di «numerose piazze di spaccio nel complesso popolare denominato Parco Verde, considerato uno dei principali mercati di stupefacenti a cielo aperto dell'Europa occidentale». Non certo una scoperta degli ultimi giorni, dunque. Affrancati dall'influenza dei Moccia di Afragola dopo l'omicidio di Salvatore Natale nel 2014, secondo la Dia i Ciccarelli-Sautto guadagnano considerazione tra i trafficanti di droga nazionali. Un gruppo che, scrive la Dia riprendendo l'ordinanza cautelare napoletana del 14 novembre scorso, «è un complesso articolato ed imponente sistema camorristico che nella sua configurazione attuale ha egemonizzato le attività criminali, e in particolare i traffici di sostanze stupefacenti nel territorio di Caivano». L'elenco delle aree sotto scacco dei signori della droga è ormai noto: i rioni dell'edilizia pubblica residenziali alla via Circumvallazione ovest, il Parco Verde, il rione Iacp definito ormai «Bronx» alla via Atellana. Aree dove il controllo costante delle forze dell'ordine è ormai indispensabile.

La Dia conosce bene l'organizzazione delle piazze di spaccio a Caivano. Ben 14 punti vendita operativi al Parco Verde 24 ore al giorno, con guadagni individuali anche di 130mila euro al mese. Nella relazione si legge che «oltre alle piazze di spaccio gestite direttamente dal sodalizio, la suddivisione di altre zone è assegnata a singoli affiliati, o soggetti esterni all'organizzazione, gestite come una specie di sub-organizzazioni criminali in rapporti di interdipendenza economico-funzionale con il clan».

Ma il vero potere dei Sautto-Ciccarelli nel mercato della droga, in un'area controllata con la violenza perchè frutta centinaia di migliaia di euro al mese, risiede anche nella rete di relazioni intrecciate con i broker internazionali in legame con gruppi egemoni della ndrangheta. I Sautto-Ciccarelli erano clienti del potente broker internazionale Raffaele Imperiale, estradato da Dubai nel marzo del 2022. Nell'ottobre dello scorso anno, un'operazione della Dia a Reggio Calabria, definita «Tre Croci», ha ricostruito i contatti tra narcotrafficanti colombiani, Imperiale e un gruppo della ndrangheta che aveva base logistica nei containers del porto di Gioia Tauro dove veniva stoccata la cocaina da rivendere. Scrive la Dia: «L'organizzazione rforniva di droga diversi clan del napoletano, tra cui i sodalizi del Parco Verde di Caivano». Insomma, i Sautto-Ciccarelli sanno ormai come muoversi, con chi fare affari per portare la droga nel loro «grande mercato» sotto casa. La posta in gioco spiega l'arroganza delle stese, l'impudenza di chi ha tutto da perdere nel non riuscire a controllare ogni metro del Parco Verde. La relazione della Dia lo conferma.

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Il Mattino