La cultura del caffè espresso napoletano patrimonio immateriale dell'umanità riconosciuto dall'Unesco. L'idea fu lanciata un paio di anni fa dal...
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Un riconoscimento che riconoscerebbe l'unicità e l'irriproducibilità di un prodotto tipico del territorio che è famoso in tutto il mondo. «Il caffè espresso napoletano - spiega Borrelli - possiede della peculiarità proprie che lo caratterizzano e lo differenziano da tutti gli altri tipi di espresso. Puntiamo al riconoscimento Unesco come patrimonio dell'umanità sulla scorta di quanto già avvenuto con la pizza napoletana. Sappiamo che è in atto un iter simile per la candidatura del caffè espresso italiano ma è noto che si tratta di due prodotti diversi. Siamo a favore del riconoscimento internazionale delle eccellenze italiane. Sosteniamo dunque entrambe le candidature e auspichiamo che entrambi gli iter possano concludersi felicemente e aspettiamo che il governo e gli altri promotori facciano lo stesso con la nostra che punta al riconoscimento internazionale di un prodotto che ha esportato Napoli nel mondo».
Sappiamo tutti che il caffè, come la pizza, è ritenuto qualcosa di intimamente legato al modo di vivere la giornata dei napoletani. Ci prendiamo un caffè è un modo di dire per invitare a un incontro, chiarire una questione, fare pace, scambiarsi informazioni. O, molto più semplicemente, per dire andiamo al bar. Oggi il mantra italiano vuole che il caffè di eccellenza debba essere cento per cento arabica, ma in realtà anche la robusta ha i suoi grandi pregi e molti ritengono che proprio dal loro incontro nasca la gusta miscela.
Ogni azienda ha i suoi segreti, preferisce non rivelare dove prende la materia prima. Insomma, una situazione molto simile a quella del vino alla fine degli anni 80 dove i segreti erano più rassicuranti della comunicazione e della condivisione. Il convegno sarà concluso dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino