Caivano, arriva la Carovana Rosa del Giro d'Italia: nessuno ad accoglierla

Il commissario straordinario del Comune, Dispenza: «Questa assenza mi indigna»

L'arrivo della carovana rosa a Caivano
Doveva essere un giorno di festa per Caivano, soprattutto un segnale di rinascita, riscossa, riscatto: la “carovana rosa”, il carrozzone che segue il Giro...

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Doveva essere un giorno di festa per Caivano, soprattutto un segnale di rinascita, riscossa, riscatto: la “carovana rosa”, il carrozzone che segue il Giro d’Italia e riempie le strade di suoni, balli e gadget, ha fatto tappa nel parco Livatino. Ma in quel parco ad attendere il gioioso circo, Caivano non s’è presentata.

Imbarazzante soprattutto il momento dell’arrivo dei quaranta mezzi colorati, accompagnati dalla musica e dalla voce entusiasta dello speaker ufficiale; il serpentone di automobili della carovana ha varcato il cancello del parco mentre la voce ufficiale urlava un entusiasta «Ciao Caivanooooo». Dietro quel cancello, però, c’era solo un gruppetto di dodici meravigliosi bimbi in tuta da ciclista, accompagnati da genitori e allenatori: in tutto 27 persone. Poi un deserto costellato solo dalle divise degli agenti di polizia e carabinieri e una miriade di persone dell’organizzazione del Giro. Alle spalle, irridenti, le palazzine del parco Verde dalle quali non s’è mosso nessuno per partecipare all’iniziativa.


L’accoglienza era stata organizzata con la consueta minuziosa perizia dalla Rcs. Prima dell’inizio della manifestazione Mauro dall’Olio, navigatore di lungo corso di eventi sportivi e project manager della carovana, sotto al suo casco di ricci neri come la pece aveva speso parole di speranza: «Vengo dalla Gescal di Sesto San Giovanni, so perfettamente cosa provano i ragazzi del Parco Verde e so per certo che fra di loro ci sono tanti talenti che attendono solo di essere sostenuti. Noi siamo qui per dare un piccolo segnale di speranza e di riscatto». Però quel segnale nessuno l’ha voluto accogliere.

La carovana s’è fermata in un luogo simbolo di Caivano, davanti al neonato Parco Livatino, realizzato ai margini del tristemente noto Centro sportivo Delphinia dal quale arrivano i rumori del cantiere che lo sta rinnovando per restituirlo alla comunità dopo aver cancellato i segni della violenza e del degrado. Quando nel piazzale semideserto è arrivato il prefetto Filippo Dispenza, coordinatore della commissione straordinaria che da sette mesi guida il Comune di Caivano dopo il secondo scioglimento consecutivo, s’è rabbuiato: «L’assenza della cittadinanza di Caivano mi indigna - ha tuonato - significa che certi segnali non vogliono essere raccolti da questo territorio». Dispenza ha anche altri motivi di indignazione: «Avevamo la possibilità di portare mille bimbi di Caivano alla giornata mondiale del bambino che si terrà fra dieci giorni a Roma: ovviamente senza nessuna spesa per le famiglie. Abbiamo chiesto adesioni in ogni modo, ne abbiamo raccolte poco meno di duecento: anche questo per me è un segnale».

Ieri mattina il prefetto Dispenza ha partecipato alla celebrazione della patrona della città, la Madonna di Campiglione e in chiesa aveva già parlato alla comunità concludendo il suo intervento in maniera durissima: «Democrazia significa partecipazione, ma anche vigilanza da parte dei cittadini; se nel 2020 sono stati rieletti sedici componenti del consiglio comunale sciolto nel 2018, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Bisogna farsi tutti quanti un esame di coscienza».


Sono i bambini della «Mary J. Sweet Angels» a regalare momenti di serenità. Indossano con orgoglio le divise nere e arancioni, seguono con piglio da combattenti le indicazioni del trainer Antonio Marzano che li sfida in un percorso di slalom ed equilibrio. Hanno fra i 7 e i 12 anni, sorridono, si sacrificano con tre allenamenti alla settimana sperando di diventare campioni delle due ruote. I bimbi sfrecciano sotto gli occhi di Faustino Coppi, figlio dell’immenso Fausto, che chiacchiera con il giornalista Giampaolo Porreca sul senso del sacrificio della bici e sul messaggio di legalità che può essere trasmesso dallo sport.

Il vicesindaco della città Metropolitana Giuseppe Cirillo, sindaco di Cardito prova a trovare una prospettiva positiva: «Quest’assenza può essere un segnale da raccogliere, un primo step dal quale far crescere un ragionamento che ci porti a individuare le cause e a trovare rimedi». Proprio Città Metropolitana ha svolto un ruolo centrale sia nel riportare ancora una volta il Giro in Campania, sia nell’indirizzare a Caivano la carovana nel giorno della prima sosta della gara che ripartirà oggi da Pompei. Per Cirillo è stato motivo d’orgoglio l’accoglienza della carovana al passaggio nella “sua” Cardito dove i bambini delle scuole sono scesi in strada a festeggiare con gioia il transito del serpentone rosa.

L’esperienza antica da uomo di sport non fa vacillare il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni: «Noi desideriamo solo esserci. Sappiamo di avere un ruolo importante e facciamo di tutto per toccare ogni luogo d’Italia, sia quelli della meraviglia che quelli della sofferenza. Per noi questo appuntamento con Caivano è importante, soprattutto per il segnale che stiamo dando».

Ieri a Caivano si festeggiava la patrona, in tanti spiegano che l’assenza alla manifestazione sportiva è stata dettata dalla concomitanza con la celebrazione, è anche il pensiero di Don Patriciello: «La gente non c’è perché è ai festeggiamenti patronali», taglia corto, infastidito, di fronte alla domanda sul deserto del parco Livatino.

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Il Mattino