Processo Fortuna, lo strazio dei parenti: la nonna di Chicca si scaglia contro Titò

Processo Fortuna, lo strazio dei parenti: la nonna di Chicca si scaglia contro Titò
Il processo sulla morte della piccola Fortuna Loffredo imbocca la dirittura d’arrivo. Questa mattina poco dopo le 9,30  è iniziata la prima parte della...

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Il processo sulla morte della piccola Fortuna Loffredo imbocca la dirittura d’arrivo. Questa mattina poco dopo le 9,30  è iniziata la prima parte della requisitoria dell’accusa affidata al pubblico ministero Claudia Maone, della Procura di Napoli Nord,  che sin dal quel 24 giugno del 2014, data della morta di Chicca, ha seguito le indagini con il procuratore aggiunto Domenico Airoma, su uno dei delitti più raccapriccianti del nostro paese, maturato tra le strette maglie di una rete di pedofili che agiva e forse agisce ancora nel parco Verde di Caivano.


L’udienza ha avuto un prologo. Prima di dare la parola alla pm, il presidente della quinta sezione di Corte di Assise di Napoli Alfonso Barbarano (giudice a latere Annalisa De Tollis) ha letto una lettera dei detenuti del padiglione Roma del carcere di Poggioreale, quello dei sex offender. I detenuti, così come hanno scritto, per «obbligo morale» e per «equità di giustizia» hanno di fatto smentito quanto dichiarato nell’ultima udienza da Mario Della Valle, ex compagno di cella di Titò condannato a 20 anni di carcere per aver abusato delle sue nipotine. Nella missiva i detenuti, pur appellando Tito e Della Valle come due depravati per gli abusi sessuali, definiscono però lo stessi Mario Della Valle un infame, che ha dichiarato il falso sulle presunte confidenze di Tito riportate nel memoriale fatto recapitare al presidente Barbarano e poi ribadite in aula.

Quella del pm Maone è stata una requisitoria fredda, lucida, circostanziata, e anche “multimediale”, che ha di fatto collocato senza ombra di dubbio Titò sul luogo del delitto. Momenti di fortissimo pathos emozionale hanno investito tutti i presenti in aula, quando sono stati mostrati i video dei colloqui delle figlie di Marianna Fabozzi, l’ex convivente di Raimondo Caputo ancora assente all’udienza. E sono state immagini di dolentissima umanità, di infanzia negata, quello che i video hanno rimandato nel silenzio assoluto dell’aula, mentre nella gabbia degli imputati, Titò è apparso palesemente nervoso, quando la prima figlia di Marianna ha descritto in che modo Titò ha scaraventato nel vuoto dal terrazzo dell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del parco Verde la sua amica del cuore. Rosaria Cavaliere, la nonna di Chicca, non ha retto all’emozione, è si è scagliata contro Titò incurante dei richiami del presidente Barbarano, che è stato costretto ad farla allontanare dall’aula.


Al termine della prima parte della requisitoria – la seconda con la richiesta della pena si terrà il 30 giugno, con il procuratore aggiunto Domenico Airoma – Titò ha rilasciato ancora una dichiarazione spontanea, nella quale s'è dichiarato innocente, e ha ribadito di essere il caprio espiatorio di un complotto dalle famiglie Angelino-Fabozzi, che in questo modo hanno coperto per la seconda volta Marianna Fabozzi dall’accusa dell’omicidio di Fortuna Loffredo e quello del figlio Antonio Giglio, morto in circostante analoghe a quelle di Chicca, e per il quale Marianna Fabozzi e indagata dalla Procura di Napoli per omicidio volontario e Titò per favoreggiamento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino