Caivano, il grido dei preti di frontiera: «Non solo maestri, servono forze dell'ordine»

E il governatore De Luca va in visita al Parco Verde dopo la stesa

Don Maurizio Patriciello con don Aniello Manganiello
«Appena si tocca il discorso delle forze dell'ordine, subito arriva il professorone di turno che dice che non basta, che ci vuole un esercito di maestri elementari, di...

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«Appena si tocca il discorso delle forze dell'ordine, subito arriva il professorone di turno che dice che non basta, che ci vuole un esercito di maestri elementari, di assistenti sociali, il lavoro, lo sport, la cultura. Ma l'altra notte durante la stesa a Caivano quando la gente era terrorizzata, non ci voleva una maestra delle elementari, né dell'asilo: là ci volevano polizia e carabinieri». Don Maurizio Patriciello è un fiume in piena a margine dell'iniziativa «Insicurezza e illegalità, mo' basta», promossa nella sala del Consiglio comunale di Napoli dal magistrato Catello Maresca, alla quale sono intervenuti la presidente della commissione regionale anticamorra Carmela Rescigno, la psicologa Rosa Cappelluccio, il testimone di giustizia Luigi Leonardi, il parroco del Don Guanella don Aniello Manganiello e, in video collegamento, il senatore Franco Silvestro. «La verità è questa - aggiunge Patriciello - l'una cosa non toglie l'altra, la repressione e l'educazione. Se no non si va da nessuna parte».

Nelle stesse ore il presidente della Regione Vincenzo De Luca si reca in visita al Parco Verde, come si può evincere dal video da lui pubblicato sui social mentre è in un bar poco distante dal luogo della stesa dell'altra notte: «Venire da solo a prendere un caffè a Caivano ha un gusto fantastico», spiega nel filmato. Una presenza volta a ribadire l'attenzione che la Regione si propone di tenere accesa su quel territorio di frontiera. 

Emergenza criminalità al Parco Verde di Caivano e nella città di Napoli. Su questo tema due sacerdoti di frontiera come don Patriciello e don Manganiello sono intervenuti nel corso del dibattito in via Verdi. «Sugli spari dell'altra notte - dice don Maurizio - penso che possano essere il frutto di una di lotta tra clan in un momento in cui evidentemente i capi sono in galera e si stanno spartendo il territorio: se è così dimostra tutta la loro debolezza, perché fare una stesa a Parco Verde nel momento in cui abbiamo gli occhi addosso di tutta l'Italia non è da persone intelligenti». «Se hanno fatto una stesa - continua - significa che sono in grossa difficoltà, non è un segnale di forza, ma di grande debolezza. Se poi è anche un modo per sfidare lo Stato, penso che possa essere anche quello, ma le due cose non si escludono». E sulla recente visita della premier rimarca: «Ho detto alla Meloni: noi abbiamo un grande desiderio di applaudire. Però sappiamo anche fischiare». L'abbiamo invitata a Caivano perché siamo in una situazione di disagio massimo. Intanto qualcosa già è successa: il commissariato di Afragola ha avuto 20 poliziotti in più, la caserma della nostra compagnia avrà 20 carabinieri in più. Non basta, ma sono certo che qualcosa di bello succederà».

Tuttavia l'allarme resta alto, tanto che il parroco ricorda: «Parco Verde è diventato una delle più grandi piazze di spaccio d'Europa, dove se si vende è perché i napoletani vengono a comprare la droga: sono professionisti, quelli con la cravatta, la camicia, che poi vengono chiamati dottori». Infine don Patriciello rinnova l'appello lanciato nei giorni scorsi sulla pornografia online: «Dobbiamo ragionare che chi la produce e la consuma sono gli adulti. Le vittime? Sono i bambini. Ne ho parlato con il ministro per le pari opportunità Eugenia Roccella e se devo chiedere un intervento anche alle pornostar, lo farò». 

Più pessimista appare padre Aniello Manganiello: «Quando a Scampìa c'era la faida la gente scendeva per strada, a Caivano tutto questo manca. Ma in questo abbiamo responsabilità anche noi agenzie educative e le istituzioni che in questa città hanno favorito zone franche come il Vasto, Ponticelli e Parco Verde. La scuola non può riuscire da sola, anzi. Vogliamo mettere in sicurezza le scuole da aggressioni e da famiglie violente? Continua a passare il messaggio che si può delinquere e farla franca».

Sull'ultima stesa a Caivano interviene Catello Maresca: «Era prevedibile che vi fosse una reazione, credo che nessuno abbia detto e spero nemmeno immaginato che la questione si risolva in poche battute. È un percorso lungo e impegnativo che deve avere un seguito quotidiano. Mi sorprendo che siano passati già due o tre giorni e non abbiamo un altro grande blitz, penso che se ne debbano fare tre o quattro a settimana». Il magistrato illustra poi una sorta di manifesto sulla sicurezza con linee programmatiche che si basa su: repressione, prevenzione con cultura della legalità nelle scuole; un protocollo tra Procura e Tribunale per i minori; messa a sistema del patrimonio immobiliare del Comune per avviare i giovani a rischio alla formazione di arti e mestieri con contributi per le imprese; riapertura di strutture sportive abbandonate da dare in uso gratuito per i minori disagiati. «Una delle nostre proposte - conclude - è istituire un tavolo permanente che stabilisca le modalità e le necessità di intervento nei singoli quartieri». 

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Il Mattino