Caivano, sotto chiave il tesoretto del ras del Parco Verde

Sequestrati beni per 600mila euro a Michele Esposito, gestore di una fiorente piazza di spaccio

Carabinieri impegnati in un controllo nel Parco Verde
Capo di una piazza di spaccio, povero per il fisco ma ricchissimo per i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno chiesto e ottenuto il sequestro...

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Capo di una piazza di spaccio, povero per il fisco ma ricchissimo per i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno chiesto e ottenuto il sequestro preventivo per un valore complessivo di 600mila euro, costituito da un intero stabile composto da cinque appartamenti e un locale commerciale e di una costosissima Audi Q8. Beni nella piena disponibilità di Michele Esposito, 39 anni, di Caivano, ritenuto dagli inquirenti elemento di primissimo piano del clan Ciccarelli–Sautto, la cosca che da oltre venti anni gestisce in regime di monopolio l’enorme movimento di grosse quantità di droga e l’attività di spaccio di una cinquantina di piazze di spaccio tra il Parco Verde, il centro storico di Caivano e quelle attive nei comuni vicini a Caivano, come Crispano e Cardito in provincia di Napoli e Succivo e Orta di Atella nella confinante provincia di Caserta.

Il provvedimento di sequestro preventivo, che di solito precede la confisca definitiva dei beni, disposto dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta dei pubblici ministeri della Dda partenopea. I militari hanno proceduto al sequestro di un fabbricato in via Luigi Sturzo, composto da ben cinque appartamenti più un locale commerciale. Stessa sorte per una potente e fiammante Audi Rse6, un’auto dal costo di 80mila euro. 

Ora i beni sono affidati a un amministratore giudiziario. Si chiude così una difficile e complicata indagine patrimoniale dei carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna, che hanno accertato che i beni finiti sotto sequestri, erano intestati alla «testa di legno» di turno, ma di fatto nella piena disponibilità di Michele Esposito, nel recente passato capo di una piazza di spaccio a Crispano per contro del clan Ciccarelli–Sautto. Gli inquirenti hanno accertato e documentato una marcata sproporzione tra il patrimonio dichiarato e quello che risultava intestato al prestanome ma di fatto gestito da Esposito, segno che l’immobile era stato realizzato con somme di provenienza illecita. 

Gli inquirenti, al termine delle verifiche contabili-amministrative, avevano chiesto anche il sequestro della “Caso srl”, società che gestisce sale gioco con slot che danno premi in denaro, venduta da Michele Esposito al prestanome che poi lo aveva assunto come dipendente, quello dei conti correnti bancari e postali, quello di un’altra Audi di grossa cilindrata e tutti i beni immobili del prestanome, che però non sono stati concessi dal gip Marco Giordano, del Tribunale di Napoli, perché giudizio dello stesso giudice delle indagini preliminari, non ha ritenuto valide le prove che anche quest’ultimi beni, pure intestati al prestanome, fossero direttamente nella disponibilità di Michele Esposito.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare scattata nell’ambito delle indagini preliminari, e verso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario del sequestro al momento risulta essere persona sotto indagine, quindi ancora presunta innocente fino a sentenza di condanna definitiva, che nel caso ha la forma della confisca dei beni sequestrati. Altre indagini patrimoniali sono in corso su personaggi del clan Sautto-Cicarelli e che potrebbero portare ancora ad altri consistenti sequestri di beni.

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Il Mattino